Trapani
La truffa del diamante del Mozambico
Vendevano preziosi, ma raggiravano gli acquirenti: due condanne
Rino Giacalone18 Giugno 2025 - Cronaca



  • Bulgarella contro TranchidaCronaca

    Trapani – (di Rino Giacalone)  – Risparmiatori illusi di fare un grosso affare, rimasti in attesa di ricevere dal Mozambico il diamante grezzo per il quale era stato loro prospettato un lauto e facile guadagno. Anche la provincia di Trapani è finita nel raggiro nazionale della cosiddetta truffa del diamante. Ci sono incappati una decina di investitori, almeno quelli, tutti alcamesi, che hanno presentato una querela nel 2018. Il processo contro i “promoter” spregiudicati si è concluso dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Trapani . Due le condanne pronunciate.

    Il giudice Giarrusso ha inflitto condanne più basse rispetto a quelle chieste dal pm: nove mesi per il palermitano Andrea Viragh, 56 anni, e sei mesi per l’alcamese Laura Leone, 54 anni. Condannati per truffa. Nel processo i raggirati si sono costituiti parte civile, alcuni di loro assistiti dall’avvocato Vito Galbo.

    La denuncia risale al 2018

    La denuncia risale al 2018, quando già in Italia il raggiro era venuto alla luce. Ciò non di meno l’ottima presentazione dell’affare fatto dai due, che si presentavano come rappresentanti di un network marketing denominato “PayDiamond”, ha convinto sulla bontà dell’investimento. Si trattava di acquistare pacchetti di un progetto, per scavare in una non meglio indicata zona del Mozambico , in una miniera dalla quale estrarre diamanti. I pacchetti andavano dai tre mila ai dieci mila euro, qualcuno avrebbe partecipato acquistando anche più di una partecipazione. L’accordo era quello di ricevere in cambio, un diamante grezzo il cui valore sarebbe stato pari alla somma messa a disposizione. Trattandosi di preziosi era logico puntare sul fatto che una volta messi sul mercato, il prezzo di vendita sarebbe stato maggiore sella spesa sostenuta. Ma non solo: per risultare ancora più convincenti i due promoter assicurarono agli acquirenti che loro stessi, attraverso la rete, internet, avrebbero potuto seguire tutte le fasi di estrazione nella fantomatica miniera. Potevano monitorare ogni cosa, per vedere finalmente il diamante, dapprima sullo schermo del proprio pc, in attesa di riceverlo materialmente. Solo che si trattava di una colossale….fuffa. Anzi nemmeno tale la si può definire. La “fuffa” sarebbe stata tale se gli ignari acquirenti qualcosa in mano, anche di scarso valore, potevano trovarsela, ma nessuno di loro ha mai ricevuto nulla, nemmeno una pietra taroccata.

    I due avrebbero convinto gli acquirenti con una serie di specchietti per le allodole: hanno cominciato con una convention, che ci hanno raccontato essere stata parecchio affollata, poi in premio anche una prestigiosa Mercedes. In effetti una di queste auto venne sorteggiata tra i partecipanti e consegnata, solo che poco tempo dopo il fortunato vincitore si è trovato al cospetto del concessionario che veniva a riprendersela, dopo avere invano atteso il relativo pagamento.

    La truffa del diamante oggeto di procedimenti penali in diversi Tribunali

    La truffa del diamante da tempo è oggetto di procedimenti penali in diversi Tribunali d’Italia. Anche se il processo celebratosi a Trapani non ha evidenziato collegamenti con il caso nazionale. Quel raggiro incredibile che venne fatto scoprire nel 2016 dalla trasmissione di Rai Tre “Report”.

    Solo il Tribunale di Cremona ha depositato contro una serie di promoter, in totale 46 sentenze di condanna. Ma anche altri Tribunale del nord Italia sono stati interessati ad analoghi casi giudiziari. E anche questi processi si sono conclusi con sentenze di condanna. Basta cercare sulla rete e la cronaca giudiziari ci dice che sono stati numerosi i casi scoperti: in qualche procedimento sono finiti condannati anche istituti bancari risultati essere stati, a loro insaputa, ma ugualmente sono stati ritenuti colpevoli, degli intermediari.

    Le banche attraverso i loro consulenti invece di proporre ai migliori clienti investimenti in azioni, bot, cct e altro, prospettavano l’affare del diamante, che non avrebbe avuto le spese previste per altri investimenti. Un guadagno facile insomma. Le banche sono finite condannate perché intanto trattenevano sull’investimento la loro provvigione.

    A guadagnare molto di più è stato chi prometteva diamanti senza però nemmeno conoscere dove fosse questa favolosa miniera. Nel caso di Alcamo pare che il guadagno si stato notevole, ma soldi in possesso dei due condannati non ne sono stati trovati. Il denaro è finito inghiottito in un buco nero, introvabile come le stesse miniere del Mozambico

    "® Riproduzione Riservata" - E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione




  • Altre Notizie
  • Altre Notizie Cronaca