Messina
La Sicilia benedice il suo Pontefice
Alla vigilia della messa d’insediamento, cresce l’emozione a Milazzo, città d’origine del nonno del nuovo Pontefice. La Sicilia si stringe attorno al “suo” Papa.
Redazione17 Maggio 2025 - Attualità



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    Città del Vaticano – Non è soltanto un nuovo pontificato a iniziare. Domenica 18 maggio, in una Piazza San Pietro che si preannuncia gremita e silenziosa, prenderà ufficialmente il via la storia di Papa Leone XIV. Ma in Sicilia – e più precisamente a Milazzo – c’è chi questa storia la sente anche un po’ sua.

    Sì, perché il nuovo Papa ha sangue siciliano. Non per modo di dire. Suo nonno, Salvatore Giovanni Riggitano, nacque proprio lì, a due passi dal mare, il 24 giugno del 1876. Figlio di contadini, cresciuto tra odori di zagara e vento di scirocco, lasciò la sua terra con una valigia leggera ma con il peso di un futuro da inventare.

    Nel 1904 attraversò l’oceano e diventò John Prevost nella cittadina di Quincy, Illinois, dove insegnò lingue. Lì cominciò la seconda parte del racconto. Quella che, un secolo dopo, avrebbe condotto un suo nipote fino al balcone centrale di San Pietro.

    Milazzo si prepara come per un ritorno a casa

    A Milazzo l’emozione è tangibile. Le chiese preparano i fiori, i campanili sembrano già pronti a suonare. Nelle strade si parla sottovoce, con un misto di orgoglio e stupore. Come quando un parente partito tanti anni fa diventa improvvisamente protagonista di una storia più grande.

    Il sindaco Pippo Midili ha trasmesso al Vaticano i documenti che certificano le origini milazzesi del Papa, ma qui – tra il Castello e il borgo marinaro – non servono carte bollate per sentire che qualcosa di profondo sta accadendo.

    È come se un figlio fosse tornato dalla Storia”, racconta don Pietro, parroco della Chiesa Madre, con gli occhi umidi. “In lui rivediamo la fede silenziosa delle nostre madri, la schiena dritta dei nostri padri”.

    Una fede che profuma di pane e di silenzio

    Papa Leone XIV ha colpito sin dal primo giorno per il suo modo diretto e autentico di stare tra la gente. Nessun clamore. Nessuna posa da sovrano. Solo un sorriso contenuto e parole che sembrano pensate per essere ascoltate davvero.

    Molti lo descrivono come un uomo profondamente spirituale, ma non distaccato. Anzi, radicato. Con un modo di credere che viene da lontano, da una fede contadina che non ha bisogno di grandi gesti, ma si esprime nei dettagli: una carezza, un rosario, una porta lasciata aperta.

    Forse è questo il dono ricevuto da quelle radici siciliane: un cristianesimo che cammina a piedi scalzi e parla piano.

    Domenica, la Messa dei Popoli – con la Sicilia nel cuore

    La celebrazione di domenica sarà solenne, planetaria. Più di 200 delegazioni internazionali si stringeranno attorno al nuovo Papa. Ma tra le tante bandiere, ci sarà quella siciliana. E dietro, un’intera Isola idealmente inginocchiata, commossa.

    Non sarà solo l’insediamento di un pontefice. Sarà la chiusura – e insieme l’inizio – di una storia che parte da una terra antica, attraversa il mare, e oggi trova la sua voce nel cuore della Chiesa.

    Papa Leone XIV non è solo il Papa. È un Papa che viene da una Sicilia che ha saputo aspettare, resistere, sperare. E che adesso, finalmente, sorride

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