La Procura Generale di Palermo ha chiesto la conferma dell'obbligo di soggiorno per 3 anni per l'ex senatore Antonio D'Alì
La discussione nel procedimento di appello, presso la Procura Generale di Palermo, si è svolta nei giorni scorsi.
Il sostituto pg Rita Fulantelli ha chiesto la conferma della misura emessa in primo grado con cui si si riconosce la «pericolosità sociale» dell’ex senatore forzista. Nel provvedimento di primo grado i giudici ritengono che D’Alì «ha mostrato di essere a disposizione dell’associazione mafiosa cosa nostra e di agire nell’interesse dei capi storici (...) come il latitante Matteo Messina Denaro e Salvatore Riina». La difesa dell’ex senatore e sottosegretario agli Interni ne ha chiesto la revoca. I giudici di appello si sono riservati ed emetteranno la decisione entro i termini previsti di 90 giorni. Dal 2011 Antonio D’Alì è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: è in corso a Palermo il processo in appello dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio il precedente giudizio di assoluzione (e dichiarato prescritti i fatti precedenti al 1994). (AGI)
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