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Mazara del Vallo | Attualità

La città ricorda Denise, Piera Maggio: "Chi dovrebbe parlare non parla"

27 Ottobre 2015 09:02, di Niki Mazzara
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"Chi non vuol vedere non vede, chi non vuol sentire non sente e chi dovrebbe parlare non parla. Noi non ci fermeremo, non è finita, andremo avanti nel...

"Chi non vuol vedere non vede, chi non vuol sentire non sente e chi dovrebbe parlare non parla. Noi non ci fermeremo, non è finita, andremo avanti nella ricerca di Denise, della verità e giustizia”. Così scrive Piera Maggio, in un messaggio diffuso anche tramite i social network, in occasione del quindicesimo compleanno della figlia Denise, scomparsa nel 2014 quando aveva quattro anni. Ieri si sono svolti in città, con il patrocinio dell'amministrazione comunale, un corteo e una manifestazione per esprimere solidarietà alla famiglia della piccola. Per il sequestro della bambina è stata chiamata a rispondere Jessica Pulizzi, sorella per parte di padre (naturale) di Denise Pipitone. La giovane è stata assolta sia in primo sia in secondo grado dall'accusa. “Giustamente – ha proseguito Piero Maggio – alcuni dicono di non voler entrare nel merito della nostra vicenda. Altri invece immaginano, credono, sanno, ma non si esprimono, molti da tempo hanno già dato un volto all’essere ignobile che ci ha colpiti. Io, invece, dico che la libertà di pensiero e di parola senza ledere alcuno è un nostro diritto in un Paese democratico. Allora mi chiedo – ha proseguito la madre di Denise – , se è venuto sotto casa mia un ladro di bambini qualunque, scegliendo mia figlia a caso, una bambina tra tante, il mio consiglio premuroso da genitore è di stare attenti ai vostri figli perché in questi casi il mostro di turno non colpisce una volta sola, quindi io mi aspetto da oggi in poi un sano allarmismo generale nella città di Mazara, in Italia e non solo-. Così come è stata rapita Denise senza alcun motivo, potrebbe colpire qualsiasi altro bambino, anche domani”. “A tutela dei minori - ha sottolineato Piera Maggio – invece, vorrei che passasse questo messaggio, che i bambini non vengano utilizzati a proprio scopo personale per ripicca o vendetta. In molti conoscono la mia vicenda, purtroppo non è un caso isolato, in altri casi di cronaca il bambino è diventato il mezzo più facile utilizzato per colpire qualcuno, spesso nella maggioranza dei casi per far del male al proprio coniuge. Non basta pensare che discostandosi dai drammi altrui si rimanga puliti e immuni dalle brutte storie. Non sempre è così, il dramma la tragedia non ti avvisa, non bussa alla tua porta non chiede permesso, arriva e basta quanto meno te lo aspetti. Nel nostro Paese c'è necessità il bisogno di tutelare i più vulnerabili, come anche i bambini, che in alcuni casi si trovano ingarbugliati in mezzo alle beghe degli adulti che, senza giustificazione, agiscono da vigliacchi. C’è bisogno di agire concretamente – ha concluso Piera Maggio – cercare di mettere un freno a quegli individui che agiscono senza ritegno, con l’utilizzo di azioni concrete e decisive nei loro confronti. E’ un nostro dovere morale ribellarci all’assuefazione del male, all’indifferenza, il male andrebbe estirpato alla radice affinché non proliferi indisturbato, ma evidentemente non tutti la pensano così. Spesso rimane libero di agire e continuare sotto gli occhi di tutti, e chissà, magari un giorno, il male toccherà qualcun altro…”.

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