La bellezza è libertà, detenuti della Casa Circondariale in visita al Museo "Pepoli"
Una full immersion tra i tesori d'arte e di bellezza custoditi dal Museo regionale "Agostino Pepoli" di Trapani. Questa l'esperienza vissuta stamattin...
Una full immersion tra i tesori d'arte e di bellezza custoditi dal Museo regionale "Agostino Pepoli" di Trapani. Questa l'esperienza vissuta stamattina da alcuni detenuti della Casa Circondariale di Trapani che erano accompagnati dal comandante della Polizia Penitenziaria, Giuseppe Romano, dal capo area educativa Antonio Vanella, dalla giornalista Ornella Fulco e dalla psicologa Fabrizia Sala, organizzatrici della visita destinata ai partecipanti al loro laboratorio di lettura e scrittura creativa. Al gruppo si è aggiunto anche il cappellano del carcere, padre Francesco Pirrera. Un viaggio - quello nella collezione del "Pepoli" - che ha avuto come cicerone d'eccezione lo stesso direttore del museo, l'architetto Luigi Biondo che, con la competenza e la generosità che lo contraddistinguono, si è messo a disposizione dell'iniziativa. I dipinti, le ceramiche, i presepi, gli splendidi manufatti in corallo, in oro e in argento - orgoglio della tradizione artistica trapanese - per finire con le incisioni di Piranesi, patrimonio della biblioteca "Fardelliana" e attualmente in mostra nella sala al piano terra del museo, hanno "raccontato la loro storia" attraverso le accattivanti spiegazioni di Biondo. L'antico e forte legame tra la città di Trapani e la Tunisia, da dove proviene il corallo utilizzato nei gioielli e negli altri pregevoli pezzi custoditi nel museo, è stato occasione per interessare ancora di più due detenuti di origine nordafricana così come la presenza di un medaglione raffigurante il fercolo di Sant'Agata, opera dello stesso autore dell'icona che viene portata in processione a Catania, ha attratto l'attenzione di due detenuti della città etnea. La visita - che era stata preceduta dall'omaggio del gruppo alla Madonna di Trapani presso il Santuario adiacente al museo "Pepoli" - si è conclusa nella sezione dedicata alla scultura dove l'architetto Biondo ha anche illustrato il progetto che vede il museo trapanese impegnato nel rendere fruibile il suo patrimonio ai non vedenti e ai non udenti. "Come Casa Circondariale accogliamo con favore questo tipo di attività - hanno commentato Romano e Vanella - in questo caso proposte da due volontarie impegnate all'interno del carcere, perchè offrono ai detenuti la possibilità di vivere occasioni concrete di crescita culturale e personale in contesti positivi e stimolanti, spesso molto diversi da quelli a loro familiari". "Siamo felici di aver potuto offrire ai ragazzi questa opportunità - commentano Fulco e Sala - che nasce dal percorso che stiamo portando avanti, ormai da anni, all'interno della Casa Circondariale di Trapani. La nostra proposta ha trovato accoglienza, e di questo dobbiamo ringraziarli, in tutti coloro che sono stati coinvolti, dai vertici del carcere, direttore Persico in testa, al direttore del Pepoli alle magistrate di sorveglianza che hanno concesso i necessari permessi. Ci auguriamo, nel tempo, di poter ripetere queste esperienze sia presso il museo sia presso altre importanti realtà culturali cittadine". [metaslider id="124020"]
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