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Paceco | Cronaca

La BCC "Senatore Pietro Grammatico" posta in amministrazione giudiziaria

28 Novembre 2016 21:32, di Redazione
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La banca di credito cooperativo "Senatore Pietro Grammatico" di Paceco è stata posta da oggi, primo caso in Italia, sotto amministrazione giudiziaria....

La banca di credito cooperativo "Senatore Pietro Grammatico" di Paceco è stata posta da oggi, primo caso in Italia, sotto amministrazione giudiziaria. L'operazione, disposta dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, è stata eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo regionale. L'amministrazione giudiziaria è stata affidata all'avvocato Andrea Dara insieme alla Pricewaterhouse Coopers. "La misura viene adottata quando si ritiene che una determinata impresa possa essere coinvolta in contatti e in attività collegati alla criminalità organizzata. Questa è una delle ipotesi in questo caso", ha spiegato ai giornalisti il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, che ha coordinato l'inchiesta insieme al procuratore aggiunto Dino Petralia. L'amministrazione giudiziaria riguarda le cinque filiali dell'Istituto di credito che si trovano a Paceco, Marsala, Dattilo, Napola e Trapani. "La BCC 'Senatore Pietro Grammatico' è stata gestita e amministrata, negli ultimi anni, e addirittura dalla sua creazione, da soggetti in contatto con ambienti legati alla criminalità organizzata o da soggetti ritenuti vicini alla mafia - ha detto ancora Lo Voi - e ci sono stati alcuni personaggi che, di fatto, controllavano e indirizzavano le scelte operative della banca". Anche le raccomandazioni della Banca d'Italia - nate dalle ispezioni eseguite dall'organo di controllo nel 2010 e nel 2013 - in materia di anti riciclaggio sarebbero state ignorate o seguite solo formalmente e parzialmente. "Sono emersi anche collegamenti con la massoneria - ha detto il procuratore aggiunto Dino Petralia - e non sappiamo se ci sono collegamenti anche con la massoneria non ufficiale". Nel corso dell'inchiesta è emerso che 326, tra soci e rappresentanti della banca, avevano avuto problemi giudiziari e, tra questi, 11 persone per collegamenti con la criminalità organizzata. L'indagine che ha portato all'amministrazione giudiziaria della BCC di Paceco è partita dopo una consulenza tecnica eseguita nell'ambito di una misura di prevenzione a carico di Filippo Coppola, condannato per mafia. La Guardia di Finanza ha poi eseguito gli accertamenti che hanno permesso di arrivare a disporre l'amministrazione giudiziaria che, hanno spiegato gli inquirenti, rimetterà ordine nella gestione della banca, tutelando i correntisti sani.

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