Trapani
“Istigazione al suicidio”
La Procura di Trapani indaga sulla morte in carcere avvenuta giovedì scorso
Rino Giacalone28 Luglio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – di Rino Giacalone  – Lui si chiamava Hakim Sbaa, aveva 30 anni. Morto suicida giovedì sera nel carcere di Trapani. Sulla sua morte la Procura di Trapani ha aperto un fascicolo contro ignoti, con una precisa ipotesi di reato.

    La tragica morte dell’uomo tunisino accaduta nella casa circondariale di Trapani “Pietro Cerulli” nella sera di giovedì scorso pare non essere destinata ad essere presto archiviata. Anzi, lo scenario è quello che non sarà indolore per qualcuno.

    La Procura della Repubblica di Trapani indaga per “istigazione al suicidio” ed ha disposto l’autopsia , eseguita oggi pomeriggio nella camera mortuaria del cimitero di Trapani. Quello che è già emerso pare essere indicativo di qualcosa di molto grave che non ha funzionato.

    Una interrogazione parlamentare è stata già presentata al ministro della Giustizia Nordio. L’uomo è morto suicida, riuscendo a sfuggire all’attenzione degli agenti. L’indagine dovrà ricostruire quei tragici momenti. Kakim Sbaa da qualche giorno era tornato in cella. Aveva già tentato il suicidio , ed era stato salvato dai medici dell’ospedale di Trapani. I suoi familiari abitano nel palermitano, lui pare avesse anche una fidanzata, con la quale si era sentito dopo le sue dimissioni dall’ospedale.

    Cosa è accaduto giovedì

    Poco trapela sui particolari di quanto successo nella serata di giovedì, e in che modo l’uomo sia riuscito a sfuggire all’attenzione di chiunque per mettere in atto il suo insano gesto. Gli agenti intervenuti hanno cercato di salvarlo, ma sono risultate vane le manovre rianimatorie che sarebbero state condotte. Il carcere non era il posto dove doveva stare, le sue condizioni di salute avrebbero voluto che fosse magari ricoverato in una struttura sanitaria o in una comunità protetta. Era affetto da patologie psichiche, ma non si capisce come mai restava in carcere.

    A coordinare le indagini è il sostituto procuratore Giulia Mucaria. Lo abbiamo già scritto nei giorni scorsi, ma torniamo a farlo.

    Le condizioni del carcere di Trapani hanno oltrepassato i limiti del collasso. Sia dal punto di vista strutturale sia per quanto riguarda la gestione quotidiana, sovraffollamento e mancanza di personale sono gli elementi che da mesi sentiamo ripetere sia dai sindacati sia da parte di tanti avvocati.

    Il ministro Nordio non deve perciò solo rispondere sulla tragica morte di Hakim Sbaa ma anche sul perché il suo ministero non trova soldi per adeguare la struttura penitenziaria.

    Qualche mese addietro una indagine della Procura di Trapani portò ad alzare il velo su alcune segrete vicende che sarebbero avvenute dentro questa casa di reclusione, alcuni agenti sono stati arrestati con l’accusa di aver torturato dei detenuti, una vicenda giudiziaria ancora aperta, ma quella indagine portò alla chiusura di un reparto del carcere, riconosciuto essere inadeguato, inagibile, non frequentabile né dai detenuti né dagli agenti, era pericoloso per tanti. Da qui i sigilli.

    A distanza di mesi da quell’inchiesta, quel reparto resta chiuso, nessun ripristino, e il venire meno di questi spazi di detenzione ha ulteriormente aggravato i numeri del sovraffollamento.

    Dentro le carceri

    Dentro le carceri, e non solo in quello di Trapani, esiste la vera emergenza giustizia. Questa e non altro resta non affrontata. È questo l’argomento principe, è palese la violazione delle norme penali sulla rieducazione, assieme a quelle sul lavoro dignitoso. Nei carceri vige, inviolata, la mortificazione della persona. Impossibile che non vi siano dei responsabili.

    La situazione del Pietro Cerulli

    La situazione nella casa circondariale di Trapani è drammatica. Ci sono 524 reclusi, stipati in 497 posti disponibili, mentre gli operatori di polizia penitenziaria assegnati sono 260, quando ne servirebbero almeno 417. Assistenza sanitaria garantita sotto la soglia minima, detenuti privi della necessaria assistenza psichiatrica, sebbene diversi siano quelli affetti da disturbi psichici, come hanno attestato recenti ispezioni da parte di alcuni parlamentari. Domani è prevista un’altra ispezione.
    Il carcere di Trapani un luogo tremendo, appare lontano dai pensieri di chi Governa. Un luogo di abbandono e illegalità: 40 gradi all’interno delle celle, blackout elettrici, sporcizia e degrado ovunque, celle minuscole con cinque persone stipate come in un forno, l’“ora d’aria” imposta tra le 13 e le 15, sotto il sole cocente, e la cena servita alle 15 per carenza di personale.

    Tante sono le mani che sembrano muoversi per far qualcosa, ma alla fine sembrano tutte mani legate , o per una ragione o per un’altra.

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