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Inchiesta su soccorsi ai migranti, MSF chiede di essere ascoltata dalla Procura

19 Maggio 2017 07:10, di Ornella Fulco
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«A breve avremo un incontro con la Procura di Trapani». A dirlo è Michele Telaro di "Medici senza Frontiere", intervenuto alla presentazione di un rep...

«A breve avremo un incontro con la Procura di Trapani». A dirlo è Michele Telaro di "Medici senza Frontiere", intervenuto alla presentazione di un report sui presunti scafisti. Lo riferisce l'agenzia Agi. La Procura di Trapani, come è noto, ha aperto un'indagine sugli interventi di salvataggio dei migrant nel Mediterraneo da parte delle Ong coordinata dal procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio e affidata al sostituto procuratore Andrea Tarondo. I due magistrati hanno confermato l'esistenza dell'inchiesta nel corso dell'audizione dinanzi la Commissione Difesa del Senato. «Abbiamo letto di alcune indagini sul nostro personale ed è nostra volontà chiarire la nostra posizione. Abbiamo nominato un legale – continua Telaro - che ha preso contatto con la Procura e su iniziativa nostra incontreremo i magistrati». L'inchiesta riguarderebbe, in particolare, un soccorso operato dalla nave "Dignity One" di "Medici senza Frontiere" a poche miglia dalle coste libiche. «Io - prosegue l'esponente dell'associazione umanitaria - non sono a conoscenza di episodi simili. Tuttavia un soccorso in mare può essere un'operazione semplice così come molto complicata, dipende da numerosi fattori. Vedremo cosa emergerà dalle indagini della Procura». Secondo alcune informazioni riportate dal settimanale Panorama le indagini riguarderebbero anche la presunta alterazione del numero di minorenni tra i migranti soccorsi. L'Ong ribatte: «Noi non siamo la Polizia e non possiamo accertare l'età a bordo. Chiediamo ai migranti la loro età e la comunichiamo alle Istituzioni per far sbarcare prima i minori. Può essere che gli investigatori trovino reticenza nei migranti ma è da escludere che ciò avvenga su nostra indicazione. Secondo la mia esperienza questa accusa non sta in piedi perchè non diamo mai indicazioni del genere ai migranti. Non solo. A novembre, in occasione di uno sbarco a Reggio Calabria, noi abbiamo individuato 50 minori e poi la Questura ne ha trovati altri ancora, quindi a volte accadde il contrario».

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