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Marsala | Cronaca

Inchiesta formazione professionale: Codacons parte offesa nel procedimento

21 Ottobre 2024 15:59, di Laura Spanò
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Papania ha ricevuto la misura cautelare direttamente in carcere dove si trova da settembre accusato di scambio elettorale politico-mafioso

Marsala - La Codacons, assistita dall'avvocato Marcello Drago si dice pronta a depositare la propria nomina di parte offesa e a costituirsi. L'inchiesta è quella portata avanti da Procura di Marsala e Proura Europea di Palermo e che ha visto coinvolto l’ex sen. aalcamese Nino Papania e altre 24 persone, tra cui esponenti politici e consiglieri comunali locali raggiunti da misure cautelari.

"Se le accuse fossero confermate - spiega il Codacons - certificherebbero l’ennesima gestione personalistica di risorse pubbliche ad opera di esponenti politici che non si pongono scrupoli nel distrarre fondi dalle finalità cui sono destinati nei settori della formazione e del sociale, a discapito degli utenti dei relativi servizi. La cifra di oltre 8,7 milioni di euro che gli indagati avrebbero ottenuto indebitamente dai finanziamenti europei dá la misura, non solo di un rilevante danno prodotto alla collettività, ma anche di una condotta probabilmente protrattasi nel tempo in modo indisturbato e sistemico" - conclude Codacons.

L'inchiesta riguarda due centri di formazione. Secondo l'indagine, l'associazione criminale avrebbe consolidato il proprio potere attraverso il controllo di enti chiave come il Centro Siciliano per la Formazione Professionale Cesifop e l’associazione Tai, che beneficiano di finanziamenti europei e regionali. A far parte di questo sodalizio: l'ex parlamentare Antonino Papania coordinatore regionale Via, Ignazio Chianetta, ex allenatore di calcio del Dattilo e Mazara ed esponente di spicco del movimento Via di Marsala, Manfredi Vitello, consigliere comunale di Cinisi e Angelo Rocca, responsabile provinciale del movimento Via. Per loro il gip di Marsala ha disposto gli arresti domiciliari. Sono accusati tra l'altro di truffa, corruzione e malversazione nell’ambito della gestione di fondi pubblici destinati alla formazione professionale. Il modus operandi del gruppo prevedeva la gestione dei fondi pubblici non per le finalità ufficiali legate alla formazione professionale, ma per ottenere vantaggi elettorali e personali.

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