Inchiesta formazione. Papania si avvale della facoltà di non rispondere

Stessa cosa fanno altri due indagati Castelli e Tilotta

Trapani - Davanti al gip di Trapani Massimo Corleo, l’ex senatore alcamese Nino Papania ha fatto scena muta stamane nel corso dell'nterrogatorio di garanzia. Papania considerato dalla Procura il "dominus" su un giro di corruzione e su una frode all'Ue si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Stessa cosa hanno fatto: Mario Castelli, che dagli inquirenti viene definita persona di riferimento di I.R.E.S., ente sempre riconducibile al sodalizio scoperto dalla guardia di finanza e Filippo Tilotta presidente dell'altro ente che fa capo pure a Papania la CE.SI.FO.P. la cui carica scrive il gip si è rivelata fittizia.
Castelli e Tilotta sono indagati, assieme all’ex politico alcamese e ad altre persone, nell’ambito dell’operazione della Guardia di finanza che coordinata dalle procure di Marsala e di quella Europea di Palermo è incentrata sulla truffa all’Unione europea relativa ai finanziamenti per la formazione professionale.
Per l'accusa Papania è il personaggio chiave dell'inchiesta, in cambio del sostegno al suo movimento politico Via, sarebbero stati dati o promessi posti di lavoro, nomine e promozioni presso gli Enti di formazione che l’ex politico di fatto controllava. Gli indagati, 24 in tutto, sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio.
Venerdì scorso per quattro dei consiglieri comunali coinvolti nell'affair dei corsi per la formazione professionale è arrivata la sospensione dalla carica di consigliere comunale disposta dal prefetto di Trapani Daniela Lupo. Ad essere sospesi: Michele Maurizio Accardi, Pino Ferrantelli e Vanessa Titone, eletti a Marsala e Vincenzo Monteleone, consigliere comunale di Custonaci.

© Riproduzione riservata