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Alcamo | Cronaca

Inchiesta Eolico. Il Gup respinge richiesta di patteggiamento per Vito Nicastri

19 Novembre 2019 07:53, di Laura Spanò
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La Procura di Palermo aveva dato parere favorevole

Il gup di Palermo Walter Turturici ha respinto con una durissima motivazione - le accuse sono di «massima gravità» e la pena non è congrua - la richiesta di patteggiamento a 2 anni e 9 mesi presentata dal "re dell’eolico" Vito Nicastri, imprenditore alcamese vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro, accusato di corruzione e intestazione fittizia di beni. La Procura di Palermo aveva dato parere favorevole al patteggiamento, anche alla luce della recente collaborazione di Nicastri nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti alla Regione siciliana per autorizzazioni relative a impianti per le energie alternative.

Rigettata pure la richiesta di patteggiamento a un anno e 10 mesi fatta dal figlio di Nicastri, Manlio, accusato anche lui di intestazione fittizia e corruzione. Entrambi potranno reiterare l’istanza davanti al tribunale, il 18 dicembre, alla prima udienza del processo che prosegue col rito ordinario.

Con i due Nicastri compariranno davanti ai giudici Paolo Arata, faccendiere, ritenuto socio occulto di Nicastri e accusato sempre di corruzione e intestazione fittizia di beni, il dirigente regionale Alberto Tinnirello accusato di corruzione e l’imprenditore milanese Antonello Barbieri indagato per autoriciclaggio e intestazione fittizia.

L’inchiesta sui Nicastri coinvolse anche il figlio di Arata, Francesco, e il dirigente regionale Giacomo Causarano, entrambi imputati di corruzione, che hanno scelto il rito abbreviato. 

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