Economia
Milano – Crisi geo-politiche, conflitti, imposizione di dazi, nuovi accordi commerciali. Ciò che accadeva nell’arco di mezzo secolo oggi si concretizza in cambiamenti repentini nello spazio di poche settimane. E il mercato delle commodities, le materie prime che sino a pochi mesi addietro avevano provenienze certe e destinazioni altrettanto consolidate, è costretto a subire un andamento a dir poco volatile, con conseguenze talora traumatiche anche sulla qualità delle materie prime stesse. Emblematico il mercato dell’agroalimentare e in particolare delle forniture di cereali, che fatica a trovare assetti stabili anche per la qualità dei prodotti che le crisi in atto stanno proponendo come alternativi a quelli tradizionali.
Le commodities agro-alimentari sono materie prime agricole (come grano, mais, soia, caffè, zucchero) e prodotti derivati (come olio di soia, farina) standardizzati e fungibili, scambiati sui mercati globali per la loro qualità uniforme, indipendentemente dal produttore, con prezzi influenzati da domanda, offerta, stagionalità, clima e geopolitica, fondamentali per l’alimentazione e l’industria, e negoziabili su borse come il CBOT
Bureau Veritas con una presenza in oltre 140 Paesi, attraverso la sua Divisione Commodities, rappresentata in Italia da Inspectorate Italy, ha incrementato la sua attività di controlli sulla qualità dei prodotti e sull’intera filiera che deve scontare oggi nuove origini e nuovi bacini produttivi.
Per quanto riguarda il territorio nazionale, i controlli sono aumentati del 15% rispetto al 2024, specialmente nella zona Adriatica dove lo scorso 4 Dicembre Inspectorate Italy ha inaugurato un nuovo Hub Operativo a Ravenna, rafforzando così la sua presenza e il legame con il territorio. Con questo investimento il Gruppo assicura una crescita organica in linea con la nuova strategia LEAP 28, che lega Bureau Veritas ai propri clienti come partner per la sicurezza sui controlli di quantità e qualità.
Sulle rotte globali (caratterizzate da aumenti di quasi il 25% dei costi di trasporto complessivi, da un forte rallentamento nei tempi di consegna e da un incremento superiore di un quarto dei costi assicurativi) emblematici i casi del grano e della soia, i cui scambi movimentano all’anno, rispettivamente, oltre 800 milioni di tonnellate e circa 160 milioni di tonnellate di prodotto. Il primo – che interessa direttamente i produttori italiani di pasta – sottolineano in Inspectorate – faceva perno sul grano proveniente sempre dalle stesse fonti e in un mercato aperto. Grano la cui fornitura è diventata molto complessa, in ragione delle misure commerciali contro la Russia, imponendo come alternativi i grani prodotti negli Stati Uniti e in Canada.
Per quanto riguarda la soia, che vede l’Italia dipendere dall’estero per oltre l’85% del fabbisogno nazionale, le capacità di adattamento di un surveyor come Bureau Veritas sono ancora di più messe alla prova da cambiamenti repentini nelle origini delle forniture per la Cina: prima dagli Stati Uniti, quindi (in conseguenza dei dazi) dal Brasile e ora (dopo le pur parziali intese commerciali) nuovamente dagli Usa. Tutta la filiera delle forniture di commodities agro-alimentari è sotto stress – sottolineano in Inspectorate – e ciò comporta un incremento dell’attività ispettiva a bordo delle navi; si evidenziano più casi di carichi con problematiche qualitative visto lo stazionamento a bordo nave e anche nei silos di stoccaggio. Lo stesso accade per trasporti ferroviari e quelli su strada.
“Nell’attuale contesto geo-politico caratterizzato da elevata instabilità e incertezza, con un rallentamento dei tempi di consegna e un aumento dei costi di trasporto e dei premi assicurativi – afferma Tomaso Migliaccio, Direttore della Divisione Commodities in Italia – i controlli sulle merci si confermano uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza alimentare, e dunque la salute del consumatore, e intercettare eventuali frodi”.