"Illegalità nella pesca", la denucia di Legambiente
La sezione egadina di Legambiente lancia l'allarme a proposito di una serie di casi di violazione dei divieti di pesca e di attività di pesca illegale...
La sezione egadina di Legambiente lancia l'allarme a proposito di una serie di casi di violazione dei divieti di pesca e di attività di pesca illegale. Secondo il documento prodotto dall'associazione ambientalista questi episodi si verificano soprattutto quando le condizioni meteorologiche sono sfavorevoli: con la scusa di cercare riparo sotto costa gli equipaggi dei pescherecci approfitterebbero dell’occasione per effettuare battute di pesca sotto costa, non legali, in piena Area Marina Protetta. "I dati dei tracciati blue box - dispositivo obbligatorio sulle imbarcazioni da pesca oltre una certa lunghezza che registra la posizione e la velocità durante la battuta di pesca e le trasmette alle competenti autorità ", scrive Legambiente, "confermano i numerosi transiti illegali e le violazioni, molti addirittura compiuti all’interno della zona A della riserva". I dati ufficiali, acquisiti presso il Comando generale delle Capitanerie di porto e recentemente trasmessi dal Sindaco Antinoro all’assessorato Ambiente della Regione Sicilia non lasciano spazio alle interpretazioni: nel periodo compreso tra gennaio 2011 e luglio 2012, risultano 71 ingressi illegali nella zona A  di Marettimo e al Maraone (violazione penale), a velocità spesso non superiore di 1-2 nodi, cosa che fa supporre una probabile azione di pesca, 500 ingressi in zona B, spesso anch'essi ad una velocità compatibile con operazioni di pesca, e 1.234 ingressi in zona C dove è consentito il transito e non la pesca, sempre a bassa velocità . Legambiente chiede che su questi episodi dubbi si faccia chiarezza: "E’ vero che il dato sulla velocità non conferma che la barca si trovi in fase di pesca, ma sicuramente è certa la violazione del limite d’area, quando il peschereccio è rilevato in zona A o B e quindi è doveroso l’intervento nei confronti dei contravventori per il rispetto delle regole e a tutela dei tanti pescatori che operano nell’osservanza delle norme vigenti e nel rispetto dell’ambiente". Secondo Legambiente Egadi sarebbe auspicabile maggior fermezza da parte del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per risolvere definitivamente un problema - quello della pesca in aree protette - che affligge non solo le Egadi ma anche altre zone costiere italiane e maggiore collaborazione dagli stessi pescatori per isolare i comportamenti scorretti di alcuni che vanno a discapito dell'intera categoria.
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