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Il vescovo Micciché sotto inchiesta

08 Giugno 2011 11:14, di Niki Mazzara
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Le avvisaglie c'erano da tempo ma ora sulla questione è intervenuto direttamente papa Benedetto XVI che ha disposto un'ispezione al vescovado di Trapa...

Le avvisaglie c'erano da tempo ma ora sulla questione è intervenuto direttamente papa Benedetto XVI che ha disposto un'ispezione al vescovado di Trapani retto da monsignor Francesco Micciché, inviando come “visitatore apostolico” con compiti ispettivi il vescovo di Mazara del Vallo monsignor Domenico Mogavero che ricopre anche l'incarico di presidente del Consiglio per gli affari giuridici della Cei. Alla base del provvedimento non solo le vicenda legata all'incorporazione per fusione delle fondazioni “Antonio Campanile”di Valderice e "Auxilium", di cui era presidente lo stesso monsignor Micciché, ma anche altri episodi quali il  rapporto di parentela dell'autista del vescovo con un mafioso e la vicenda legata alla sospensione “a divinis” di don Ninni Treppiedi, stretto collaboratore del vescovo  che lo nominò a capo della Chiesa Madre di Alcamo. Sulla incorporazione delle fondazioni “Antonio Campanile” e “Auxilium” da tempo è in corso una indagine da parte della Guardia di Finanza tesa ad accertarne la regolarità. C'è poi da verificare la correttezza della scelta di nominare  Teodoro Canepa procuratore della "Auxilium" in cui è confluita anche la "Campanile". Canepa, cui spetta un compenso di 130 mila euro annui, è infatti cognato del vescovo Micciché, avendone sposato la sorella. Secondo alcune notizie, nell'operazione di “fusione” sarebbero spariti circa un milione di euro, sulla cui tracce si sono lanciate le Fiamme Gialle. Sulla vicenda dell'autista con il parente mafioso, ci sarebbe stata più di una segnalazione anonima inviata a monsignor Tarcisio Bertone che, quindi, ha chiesto di verificare la reale parentela. Infine, la vicenda Treppiedi. Padre Ninni Treppiedi, giovane e brillante prelato originario di Paceco, stretto collaboratore di monsignor Micciché, sembrava destinato, sotto le sue ali, ad una brillante carriera ecclesiale. Da parroco di Xitta aveva spiccato il volo andando ad occuparsi degli affari amministrativi della Curia e, successivamente, a reggere la Chiesa Madre di Alcamo (solo in queste ore è stato sostituito da monsignor Ludovico Puma). Poi, all'improvviso, lo scorso mese di marzo, il sodalizio si è rotto tanto che don Treppiedi dall'oggi al domani ha presentato una lettera di dimissioni, ufficialmente per trasferirsi a Roma per insegnare presso la Facoltà di Giurisprudenza della Lumsa (Libera università Maria Santissima Assunta). Voci mai confermate parlano di un violento alterco tra i due. Poi nel corso di una visita ad Alcamo, l'auto del vescovo venne trovata rigata tanto che a sua difesa intervennero diverse associazioni stigmatizzando l'atto vandalico. Di certo, dietro tutta questa vicenda c'è molto da chiarire. Dal canto suo monsignor Francesco Micciché, 68 anni, palermitano di San Giuseppe Jato, vescovo di Trapani  dal 18 marzo 1998, si dice molto sereno ed ha dato la massima disponibilità a collaborare con monsignor Mogavero per fare chiarezza su tutte le vicende. Al di là di tutto, resta la gravità della questione che,  comunque vada a finire, rimarrà a macchiare le candide vesti della prelatura trapanese.

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