Trapani – Anche il vescovo della Diocesi di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, invita tutti i fedeli a unirsi alla preghiera per Papa Francesco.
Questa sera, alle ore 20, nella chiesa di San Domenico a Bologna, il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, presiederà il Santo Rosario per la salute di Papa Francesco. La preghiera verrà trasmessa in diretta su Tv2000 (canale 28) e su Play2000 (la piattaforma streaming di Tv2000 e inBlu2000).
“Vogliamo stringerci al Santo Padre – afferma il Cardinale Zuppi –, chiedendo al Signore di sostenerlo in questo momento di sofferenza, perché trovi sollievo e possa ristabilirsi al più presto. Sarà un modo concreto per rinnovargli la vicinanza e l’affetto delle comunità ecclesiali italiane, che da giorni hanno intensificato la loro preghiera”.
Quello di stasera è, infatti, il primo appuntamento che, a partire da Bologna, coinvolgerà da domani tutte le Chiese in Italia unite, insieme, in un unico abbraccio orante. L’Ufficio Liturgico Nazionale sta predisponendo due schemi, disponibili a breve, per tessere questa rete di preghiera in tutti i territori.
Oggi la Santa Sede si è limitata a dire che «la notte è stata tranquilla». Quella di oggi è una domenica di speranza. Speranza che dal Gemelli arrivino buone notizie sulla salute del Papa, dopo la comunicazione diffusa attorno alle 8,00 che «la notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato».
Ed è soprattutto una domenica di attesa orante. Si prega a Roma e in tutto il mondo perché il Signore assista Francesco in questo momento di sofferenza e gli permetta di tornare, guarito, a guidare la Chiesa.
Intanto fonti vaticane fanno sapere che il Papa continua a usare i naselli dell’ossigeno ad alto flusso. E continuano anche le terapie. In attesa che come di consueto questa sera i medici rilascino il bollettino con gli ultimi aggiornamenti, in base alle analisi effettuate in giornata. Fonti di agenza aggiungono che la crisi di ieri è rientrata, come attesta la notte tranquilla passata dal Pontefice.
A mezzogiorno è stato diffuso il testo dell’Angelus, che ovviamente Francesco non ha potuto proclamare. «Proseguo fiducioso il ricovero al Policlinico Gemelli – fa sapere il Pontefice -, portando avanti le cure necessarie; e anche il riposo fa parte della terapia! Ringrazio di cuore i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per l’attenzione che mi stanno dimostrando e per la dedizione con cui svolgono il loro servizio tra le persone malate». Francesco sente l’affetto che lo circonda. «In questi giorni – prosegue il testo – mi sono giunti tanti messaggi di affetto e mi hanno particolarmente colpito le lettere e i disegni dei bambini. Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo! Affido tutti all’intercessione di Maria e vi chiedo di pregare per me».
«Si compie domani il terzo anniversario della guerra su larga scala contro l’Ucraina: una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l’intera umanità! Mentre rinnovo la mia vicinanza al martoriato popolo ucraino, vi invito a ricordare le vittime di tutti i conflitti armati e a pregare per il dono della pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan».
Sul piazzale che porta all’ingresso del Policlinico Gemelli si è formata una piccola folla. E non c’è nessuno di quelli che, con incessante andirivieni si recano a visitare i propri parenti e amici, non si fermi anche solo per un attimo e non alzi lo sguardo verso le finestre del decimo piano dove c’è la stanza di Francesco. Alcuni fanno un segno di croce, altri mandano un bacio volante, altri ancora sostano brevemente in silenziosa preghiera.
E una grande preghiera corale è salita questa mattina dalla Basilica di San Pietro, dove l’arcivescovo Rino Fisichella ha presieduto, su incarico del Papa, la messa per il Giubileo dei diaconi, leggendo l’omelia preparata dal Pontefice. «”Papa Francesco, benché in un letto d’ospedale, lo sentiamo vicino a noi, presente in mezzo a noi – ha sottolineato il pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione -. Questo ci obbliga a rendere ancora più forte e più intensa la nostra preghiera perché il Signore lo assista nel momento della prova e della malattia».
Nel corso della celebrazione sono stati anche ordinati alcuni candidati al diaconato. Nel testo dell’omelia, il Papa invita i diaconi a essere annunciatori del perdono. «Per crescere insieme – scrive -, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti gli uni degli altri, è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e tradisce. Un mondo dove per gli avversari c’è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro, destinato ad essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo anche oggi, a tanti livelli e in varie parti del mondo. Perdonare, allora, vuol dire preparare al futuro una casa accogliente, sicura, in noi e nelle nostre comunità. E il diacono, investito in prima persona di un ministero che lo porta verso le periferie del mondo, si impegna a vedere – e ad insegnare agli altri a vedere – in tutti, anche in chi sbaglia e fa soffrire, una sorella e un fratello feriti nell’anima, e perciò bisognosi più di chiunque di riconciliazione, di guida e di aiuto».