Lampedusa (Agrigento) – Il centro di recupero delle tartarughe marine di Lampedusa potrà continuare a salvare le tartarughe caretta caretta. I giudici del Tar di Palermo hanno accolto il ricorso presentato dalla Società A.L. srl, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, che chiedeva l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, dell’ordine di demolizione del Comune di Lampedusa e Linosa. La sentenza è di giovedì 12 dicembre, il TAR- Palermo ha rilevato che il Comune di Lampedusa e Linosa non ha rispettato l’ordine istruttorio intimato con la precedente ordinanza cautelare e da tale comportamento ha desunto ulteriori argomenti di prova in ordine alla fondatezza delle pretese della società ricorrente, ed al contempo, in accoglimento delle argomentazioni difensive sostenute dall’avvocato Rubino, ha ritenuto che l’Amministrazione comunale ha erroneamente contestato il mutamento della destinazione dell’impianto di acquacultura.
Nel 1994 il Comune di Lampedusa e Linosa, con un contratto concedeva per la durata di 30 anni, il diritto di superficie di un fondo di proprietà comunale in località Punta Sottile, ad una ditta per la realizzazione di un impianto di acquacoltura destinato all’allevamento di specie ittiche, attività di ricerca sulle specie marine e servizi di formazione per addetti all’acquacoltura.
Dopo la realizzazione dell’impianto di acquacoltura nel 2016, è stato stipulato un protocollo di intesa tra la società, l’assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranee, l’università degli studi di Palermo, l’istituto zooprofilattico della Sicilia, centro regionale di recupero per tartarughe marine, il consorzio pescatori di Lampedusa per la tutela, monitoraggio e salvaguardare delle tartarughe caretta caretta del Mediterraneo.
Il Comune di Lampedusa nel 2021 ha emesso un’ordinanza di demolizione perché lo stabulario, il laboratorio realizzato per le tartarughe, sarebbe stato realizzato in difformità rispetto alle autorizzazioni edilizie rilasciate alla società. Quest’ultima, assistita dall’avvocato Girolamo Rubino, ha presentato ricorso al Tar.