Il Pd dice no alle trivellazioni
L’ipotesi di procedere alle trivellazioni nel Canale di Sicilia alla ricerca di petrolio viene fortemente contestata dal Pd di Pantelleria che in un d...
L’ipotesi di procedere alle trivellazioni nel Canale di Sicilia alla ricerca di petrolio viene fortemente contestata dal Pd di Pantelleria che in un documento ufficiale invita la popolazione dell’isola ad opporsi a “questa inutile corsa all’oro nero nei Mari di Sicilia, questo scellerato sfruttamento che mette a rischio uno dei principali patrimoni naturalistici italiani, il Mediterraneo, con conseguente impatto mortale sul settore del turismo e della pesca, settori vitali dell’economia, dipendenti dal mare”. Il Pd isolano chiede “un impegno forte a favore dell’ambiente contro le perforazioni offshore e a favore di provvedimenti efficaci per la tutela del Mar Mediterraneo e, in particolare, del Canale di Sicilia, una delle zone più ricche di biodiversità . Niente, come il petrolio e le trivelle, disincentiva l’attività economica, produttiva ed imprenditoriale in Sicilia”. I democratici di Pantelleria ricordano la vocazione turistica dell’isola e di come sia “ il mare è il vero “petrolio”, l’oro blu su cui puntare per una seria politica di rilancio del comparto turistico siciliano e nazionale, investendo seriamente su fonti energetiche pulite e rinnovabili”. Poi, nel sottolineare come “ sul tema ambientale, Pantelleria, ormai da cinque anni, è impegnata, in prima fila, per la difesa del Mar Mediterraneo e delle nostre coste, cercando di contrastare, con quante più forze possibili, grazie all’aiuto di movimenti, associazioni e semplici cittadini, quella che ad oggi risulta “una svendita” del Mediterraneo, una risorsa inestimabile soprattutto per noi, impegnati nel rilancio del turismo, come vera occasione di crescita economica” afferma di ritenere “ contraddittoria ed ondivaga l’azione dei Governi, nazionale e regionale, in tema di sviluppo ecosostenibile e di politica ambientale: da un lato, in occasioni di convegni, si decanta la bellezza dei nostri territori (“i giardini d’Italia” sono state definite le isole minori), dall’altro, in concreto, si incentivano le attività di esplorazione e ricerca di idrocarburi di poca quantità e scarsa qualità , secondo gli addetti ai lavori. Da stime ufficiali, sulla base dei dati forniti dallo stesso Ministero per lo Sviluppo economico, come riportati dalla stampa nazionale, nei nostri fondali marini ci sono 10,3 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe, che coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane”. Da qui la legittima domanda “ il gioco vale la candela?” da cui scaturisce la richiesta a tutti i Circoli italiani, partendo proprio dalla Sicilia, di sottoscrivere un documento con cui si propone l’abrogazione dell’art. 38 del Decreto Legge 12 settembre 2014 n° 133, trasformato in legge con il voto del Senato del 5 novembre 2014, meglio noto come “Sblocca Italia” e l’adozione di una diversa politica energetica compatibile con il rilancio del comparto turistico, che, necessariamente, per le bellezze naturali e per il patrimonio storico, deve essere la fonte economica primaria per il nostro Paese”. Una richiesta che dovrebbe convincere il Governo Renzi, quindi il Governo del Pd, ad ascoltare le Segreterie, nazionale, regionale e provinciale, del Partito, “in nome della riconosciuta democrazia interna, possa trovare ampia condivisone tra gli iscritti e costituire un punto di partenza per un’ulteriore ampia discussione interna sui temi dello sviluppo ecosostenibile e di politica energetica”.
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