Il Csm avvia procedura di trasferimento per Messineo: "Condizionato da Ingroia"
Rischia il trasferimento d'ufficio per incompatibilità il Procuratore di Palermo Francesco Messineo. La prima commissione del Consiglio superiore dell...
Rischia il trasferimento d'ufficio per incompatibilità il Procuratore di Palermo Francesco Messineo. La prima commissione del Consiglio superiore della Magistratura ha aperto la relativa procedura, contestandogli una gestione "debole" dell'ufficio e che non garantirebbe la necessaria indipendenza. La decisione è passata con il voto favorevole di tutti i componenti della commissione, ad eccezione del laico del Pdl, Niccolò Zanon, che si è astenuto. Francesco Messineo è stato convocato per il 2 luglio prossimo dalla Commissione: in questa audizione il Procuratore, con l'assistenza di un difensore, potrà controbattere alle contestazioni che gli vengono mosse. "Messineo non ha favorito la circolazione delle informazioni all'interno dell'ufficio e, conseguenza di questo difetto di coordinamento, sarebbe stata la "mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro". Lo scrive il Csm nell'atto di incolpazione, citando l'accusa del pm Leonardo Agueci. Alla procura di Palermo c'era il "sospetto" che il capo Francesco Messineo "avesse perso piena indipendenza" nei confronti di Antonio Ingroia o che ci fosse comunque con lui un "rapporto privilegiato", ammesso dal diretto interessato - che avrebbe determinato un suo "condizionamento". In questo quadro il Csm inserisce anche il fatto che Ingroia tenne nel cassetto per cinque mesi le intercettazioni che riguardavano Messineo, prima di trasmetterle a Caltanissetta. Le intercettazioni, che poi hanno dato il via all'indagine per violazione del segreto istruttorio della Procura di Caltanissetta a carico di Francesco Messineo archiviata oggi dal gip,risalgono al giugno 2012 e furono "conosciute da Ingroia presumibilmente sin da allora", nota il Csm; tuttavia la Procura di Caltanissetta venne "informata soltanto nel novembre 2012, ovvero soltanto pochi giorni prima" che Ingroia "lasciasse l'incarico di aggiunto presso la procura di Palermo". Al procuratore di Palermo viene anche contestato un utilizzo non continuo dello strumento dell'astensione rispetto ad alcune inchieste, come quelle che hanno riguardato suo cognato e suo fratello. La prima commissione del Csm ha formulato le sue accuse dopo che, nei mesi scorsi, aveva ascoltato numerosi magistrati della Procura di Palermo. Dalle loro testimonianze sarebbe emerso anche un clima molto pesante all'interno della Procura legato all'inchiesta sulla trattativa tra Stato e Mafia. Tra gli episodi contestati a Messineo nell'atto di incolpazione del Csm viene citato anche il caso in cui il Procuratore di Palermo invitò il suo Sostituto Verzera, che indagava per usura bancaria, a "soprassedere, in attesa di ulteriori acquisizioni" all'iscrizione nel registro degli indagati dell'allora direttore di Banca Nuova Francesco Maiolini, legato a Messineo da "rapporti di amicizia". Rapporti continuati anche durante l'indagine della procura di Palermo e così consolidati che Messineo, in passato, aveva chiesto e ottenuto da Maiolini "un posto di lavoro per suo figlio".
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