Trapani
“Il caffè del becchino”. Ecco i nomi
Trapani: corruzione al cimitero. Due ai domiciliari, tre divieti all’esercizio d’impresa
Rino Giacalone14 Aprile 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani – Si chiama Mario Pizzurro il necroforo finito oggi ai domiciliari per corruzione. Con lui anche un operaio, Emanuele Renato Grimaudo. Pizzurro è dipendente del Comune di Trapani e di recente è stato trasferito a svolgere le mansioni di accalappiacani. La misura cautelare firmata dal gip del Tribunale di Trapani, giudice Giancarlo Caruso, prevede anche tre interdittive all’esercizio di impresa per dodici mesi: destinatari sono stati gli impresa di onoranze funebri, Vito Dolce, già noto per essere stato per anni esponente politico di Forza Italia e per un periodo presidente della Sau, l’ex municipalizzata del trasporto urbano a Trapani, Vito Polisano e Giuseppe Colletta. Indagato, raggiunto da avviso di garanzia è il medico legale dell’Asp Paolo Meduri. In totale sono una ventina gli indagati, in particolare coloro i quali hanno deciso di accettare le scorciatoie proposte dal Pizzurro per tumulazioni veloci del caro estinto.

    L’indagine partita nel 2023

    Una indagine cominciata nel 2023 e che è proseguita sino a maggio 2024. Tutto è partito da una denuncia firmata dal dirigente del Comune di Trapani incaricato dei servizi cimiteriali, ma poi si è aggiunta la denuncia di chi da un giorno all’altro recandosi al cimitero non ha più trovato le sepolture dei propri cari, estumulazioni compiute senza alcun avviso. Da qui sono emersi gli episodi di corruzione. C’era chi pagando quella che gli stessi impresari funebri indicavano essere “il caffè del necroforo”, otteneva tumulazioni più care rispetto al normale tariffario ma veloci. Una bustarella che andava dai 50 ai 300 euro, tutto dipendeva anche dalle possibilità economiche del “beneficiario” del favore. Nel solo periodo d’indagine Pizzurro avrebbe intascato circa 8 mila euro, ma considerato che l’abitudine pare non fosse recente, il guadagno fuori busta potrebbe essere maggiore.

    Le cortesie a Pizzurro

    Le “cortesie” a pagamento di Pizzurro e Grimaudo avrebbero riguardato anche altro, come per esempio i lavori all’interno delle cappelle cimiteriali: fatte in orario di chiusura del cimitero, in modo da sfuggire a sguardi indiscreti e in questo caso i proprietari delle cappelle dovevano pagare solo il necroforo, senza versare nemmeno un euro degli oneri previsti a favore del Comune. Un raggiro che ancora non è stato esattamente quantificato, ma le mancate entrate per le casse comunali pare non essere di poco conto. Il medico dell’Asp è indagato perché sospettato di aver redatto false attestazioni circa la decomposizione delle salme estumulate, in qualche caso una delega ad accertare conferita allo stesso necroforo.

    Il sistema consolidato

    Un sistema consolidato di gestione privata della cosa pubblica, esercitata, in alcuni casi, attraverso la costrizione dei privati cittadini, a dare e promettere e danaro in cambio di sepolture veloci, in altri, attraverso patti illeciti in cui il privato, consapevolmente, pagava per accedere ai servizi cimiteriali attraverso corsie preferenziali. Pizzurro avrebbe agevolato alcuni fiorai trapanese, segnalando loro la presenza di fiori freschi, appena deposti, che venivano prontamente prelevati dagli spazi cimiteriali, per essere in seguito rivenduti. Con le immagini di una video camera nascosta, i poliziotti della Squadra Mobile, diretti dalla dirigente Silvia Cascino, hanno colto Pizzurro e l’operaio aprire la sera un varco laterale del cimitero ad un furgone a bordo del quale venivano poste le ghirlande e fiori appena deposti nel camposanto.

    Le ipotesi di reato documentate

    Nel corso dell’indagine sono state documentate ben 25 ipotesi delittuose – di cui 10 episodi corruttivi – in riferimento ai quali sono stati segnalati alla locale Procura altrettanti privati cittadini, che avrebbero consapevolmente contratto con il necroforo il pactum sceleris utile ad assicurare ai loro cari procedure di sepoltura “accellerate”, in cambio di denaro; in altre tre vicende, altrettanti soggetti privati sarebbero stati indotti a corrispondere denaro, al fine di conseguire l’ingiusto vantaggio di accedere all’esecuzione dei servizi cimiteriali con tempistiche velocizzate.




  • Altre Notizie
  • Altre Notizie Cronaca