Castellammare del Golfo
I Foderà e le tonnare del Golfo di Castellammare nel corso dei tre secoli
Un viaggio nella memoria e nella storia imprenditoriale di una famiglia di industriali
Rino Giacalone31 Agosto 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Castellammare del Golfo – di Rino Giacalone – Sul Registro degli Industriali e Fabbricanti del Regno di Italia del 1902 alla voce Tonnare in Castellammare del Golfo si trovano annotati due nomi: Florio & co con riferimento alla Tonnara di Scopello, senza alcuna altra descrizione, e Foderà Vito con riferimento alla Tonnara del Secco e di Magazzinazzi (e che dai Florio rileverà in quote anche la prima).

    Quel che colpisce è lo spazio dedicato all’attività imprenditoriale della famiglia Foderà, nonostante l’annuario riportasse le imprese di tutto il territorio italiano, sia con riguardo alle tonnare, che – in altro capitolo – con riguardo alla produzione e commercializzazione del vino su scala nazionale.

    La Tonnara del Secco

    Vi si legge che la Tonnara del Secco ha “uno stabilimento grandioso, il secondo in Sicilia dopo quello di Favignana, corredato di tutto il necessario per un’ottima lavorazione”, con numero di operai che raggiunge le 300 unità e con esportazioni del tonno in scatola su tutto il territorio italiano. Vengono descritti gli innovativi macchinari utilizzati e persino il tipo di illuminazione.

    Alcune decine di pagine più avanti il volume annota che i Foderà erano anche “forti esportatori di vino per Austria, Ungheria, Svizzera e Nord Italia, con grandi depositi a Fiume ed a Trieste”.

    Lo scrittore Ninni Ravazza, storico esperto delle tonnare, riporta una lettera scritta alla fine dell’Ottocento dal Cavaliere Vito Foderà al Ministro Commissario per la Sicilia in rappresentanza della Marina peschereccia di Castellammare, Balestrate e Terrasini, volta a tutelare il pescato e le famiglie dei pescatori dai temuti effetti nocivi relativi ad un’ordinanza di interdizione della pesca a strascico limitata solo allo specchio d’acqua ad Est di Palermo: proibizione che non tutelava parimenti lo specchio di mare ad Ovest, ossia il Golfo di Castellammare, a cui non era esteso il divieto.

    L’avvocato Vito Foderà

    L’avv. Vito Foderà, nipote del Cavaliere Vito, oltre le Tonnare del Secco e Magazzinazzi, proseguendo l’attività imprenditoriale di famiglia, possedeva anche la più grossa quota della Tonnara di Scopello e della Tonnarella del Guzzo, ed in società anche con il Principe Moncada di Paterno’ calava la Tonnara di Marsa Zuaga sulle coste della Libia, portandovi gli abili tonnaroti castellammaresi, e spedendo anche casse di pregiato Whisky particolarmente gradite al suo socio.

    Gli archivi di famiglia conservano i disegni originari con cui la famiglia Foderà commissionava nel 1884 l’ampliamento della Tonnara del Secco; nel 1896 il restauro della Torre di Guidaloca; e nel 1913 la costruzione della omonima Tonnara Foderà in contrada Magazzinazzi ad Alcamo, spostandone l’originario marfaraggio da Balestrate; nonché nel 1880 la costruzione di quello che sarebbe stato tramandato come il termine “il memoriale” della famiglia, e custodito come abitazione principale: Villa Foderà in contrada Pilato, dove il portone intarsiato in legno riporta l’incisione “Cavaliere Vito Foderà” con l’icona di due tonni.

     

    I fabbricati

    Fabbricati caratterizzati dalle iniziali “V.F.” sulle inferriate originarie (al Secco anche incisi sulle maioliche dei pavimenti delle stanze padronali), nonchè dall’utilizzo della merlatura ora guelfa, ora ghibellina ad ornare le mura di cinta e le torri di avvistamento (restauro della torre di Guidaloca risulta infatti infedele). Merlatura che sovrasta anche il portone di ingresso della Tonnara di Scopello ed il muro d’attico dell’edificio interno alla corte prospiciente la chiesetta.

    Di numerosi altri edifici, quali bagli, casali, casalini e ampie fasce di terreni che rappresentavano possedimenti di una certa importanza limitrofi alla Tonnara di Scopello ne rimane la memoria, in quanto oggetto di una più recente divisione giudiziale, che ne ha comportato la frammentazione, con successiva alienazione a terzi.

    Nel corso del ‘900 il radicale mutamento ambientale ha reso sempre meno redditizia l’attività di pesca del tonno, rendendo improduttive le tonnare del Mediterraneo, con la conseguenza che uno dopo l’altro tutti i marfaraggi sono stati abbandonati e per lo più è stato disperso il corredo in essi contenuto (reti, ancore, arpioni, cavi, galleggianti, muciare e palascarmi).

    La famiglia Foderà cedeva quindi la Tonnara del Secco, ma manteneva immutata la rilevante quota della Tonnara di Scopello, nonchè la proprietà intera della Tonnara Foderà in contrada Magazzinazzi. Si racconta che al fine di seguire meglio l’attività di pesca, sempre meno remunerativa, l’avv. Vito Foderà abbia creato una piccola scuola all’interno del baglio dei tonnaroti per consentire ai propri figli (eradicati per un paio di anni dalle scuole di Palermo) di proseguire gli studi.

    Quel 1966 e la richiesta del Governo algerino

    Nel 1966 il Governo algerino chiedeva all’ O.N.U. un esperto sulla pesca nel Mediterraneo al fine di sviluppare questo settore, realizzare porti e favorire la cooperazione. La F.A.O. inviava l’avv. Vito Foderà, che era già noto per avere redatto manoscritti e rapporti ufficiali sulla pesca, tra cui si cita nel 1961 “La madrague sicilienne de course” e per avere egli stesso disegnato e commissionato la costruzione di nuove imbarcazioni (disegni custoditi negli archivi di famiglia ed esibiti nel percorso museale realizzato dall’arch. Leonardo Foderà nell’omonima Tonnara).
    Durante la precedenti residenze tra Tunisi e Cipro nel 1958 egli aveva già prodotto per l’O.N.U. al Conseil Géneral des Pêches pour le Mediterranée un rapporto globale sulla pesca del tonno, redigendo una mappa, oggi preziosa testimonianza, che annovera una per una tutte le “magragues de la Sicilie”, distinguendo quelle all’epoca ancora attive (oggi esposta nel percorso museale dell’arch. Foderà).

    L’addio alla millenaria pesca del tonno

    Assistendo ai cambiamenti che di lì a poco avrebbero comportato il cessare definitivo della millenaria pesca del tonno con sistema delle tonnare, si rese conto dell’importanza di garantire nel tempo la salvaguardia dell’unica della sue proprietà posseduta solo in quota, ossia la Tonnara di Scopello, dal rischio che la frammentazione delle originarie quote avrebbe comportato per il più antico marfaraggio della Sicilia.

    E così con straordinaria lungimiranza, prima ancora che Tonnara venisse sottoposta alla disciplina vincolistica per la rilevanza storica ed architettonica con dell’apposizione del decreto di vincolo del 1986, l’avvocato Foderà redisse il “Regolamento di Comunione del 1974”, che sottoscritto all’unanimità da tutta la compagine dei numerosi proprietari davanti al Notaio Emanuele e trascritto sul registro immobiliare sarebbe divenuto la “costituzione” della Tonnara di Scopello, come il collegio dei giudici del Tribunale di Trapani lo ha definito in alcune ordinanze.

    E’ forse l’unico regolamento di comunione esistente nel nostro paese per quanto noto, che disciplina in modo rigido anche il diritto di prelazione e l’amministrazione della Comunione, così da frenare con successo nel corso dei successivi 50 anni intenti speculativi di uno o più proprietari in danno al sito ed ai diritti degli altri.

    Dall’Ottocento al Novecento, dal Novecento al Duemila

    Così nel 2004, dopo un periodo di interregno, l’arch. Leonardo Foderà, figlio dell’avv. Vito e nipote del cavaliere Vito senior, inizia lo scrupoloso restauro con restitutio ad integrum del complesso monumentale della Tonnara di Scopello, quasi del tutto ultimato nel 2014; definisce l’annosa questione con il Comune per l’accesso la mare, ottenendo sentenze favorevoli al TAR e CGA; contrasta con vittoriose azioni giudiziarie i tentativi di sconfinamento e usucapione di proprietà limitrofe; ed al contempo liberata la Tonnara Foderà dall’occupazione non autorizzata di una discoteca, impropriamente impiantata nelle trizzane, ne avvia il restauro.

    Su impulso e segnalazione della dott. Maria Rosa Ruggeri Foderà alla Soprintendenza, la Regione ha sottoposto a vincolo tutto il complesso di beni immobili (2014) e mobili (2016) della Tonnara Foderà in contrada Magazzinazzi, ed esteso l’originario decreto di vincolo della Tonnara di Scopello anche ai fabbricati ad Est (Taverna) ed a Ovest (Torre medievale), ai terreni limitrofi, ai letti dei tonnaroti, all’altare della chiesa e a tutti i beni etnografici-antropologici (2017, 2018, 2019).

    Vincoli e Regolamenti si sono però rilevati insufficienti di fronte alla dilaniante patologia del XXI secolo: la “Tesaurismosi”, ossia la patologia da accumulo di denaro da cui è afflitta una buona parte della popolazione prevalentemente Occidentale, che va ben oltre la ragionevole e condivisibile ambizione a migliorare le proprie condizioni economiche nel rispetto altrui e nel perimetro di regolamenti, norme e vincoli.

    E così questi beni oggi sono ambite prede su cui speculare a qualsiasi costo

    Tanto alla Tonnara Foderà con irragionevoli intenti di parcellizzazioni e smembramenti tramite ripetuti tentativi di divisioni giudiziarie, e non condivisibili progettazioni di porti e rimessaggi barche da ubicare proprio di fronte gli storici edifici, ed ulteriore cementificazione del già sfregiato litorale; quanto alla Tonnara di Scopello dove una sparuta maggioranza delibera con il 50,02% un nuovo “contratto di locazione” per bypassare con irrispettosa e irragionevole furbizia le quattro ordinanze cautelari del Tribunale di Trapani, ci si rende conto che si tratta di “operazioni” frutto di una alterata scala di valori.

    Come più volte denunciato da sociologi, filosofi e gente comune: è impossibile comprendere il nostro secolo senza leggerlo alla luce del denaro, così come era impossibile comprendere il Medioevo senza leggerlo alla luce della spiritualità. Il denaro si conferma il “metro” unico della “civiltà” contemporanea, nonostante l’innalzamento della scolarizzazione e la divulgazione della cultura e dell’amore per i monumenti e la storia avrebbe dovuto creare condizioni per contrastare questa irrefrenabile patologia.

    Le Istituzioni

    E così mentre le istituzioni sono impegnate a valutare con la necessaria attenzione le 74 annotazioni che compaiono sul telematico di una causa iniziata 4 anni fa, migliaia di pagine tra memorie e documenti, la inarrestabile “Tesaurismosi” del territorio trapanese, che ha impedito qualsiasi conciliazione su qualsiasi controversia delle Tonnare, con una nuova delibera assembleare del 31.7.2025 assunta appunto con una fittizia ed apparente maggioranza 50.02% delle quote ha già “caducato” la tanto attesa sentenza, prima ancora che venga emessa, vanificando con una sola pagina di inchiostro 4 anni di causa, 4 cautelari, 74 annotazioni, 6 studi legali costituiti e migliaia di pagine tra memorie e documenti.

    Così facendo, ed escludendo dall’accesso e da qualsiasi forma di diritto la storica famiglia Foderà, oltre a cancellare pagine di storia, si spingono questi beni verso una gestione sempre più anonima e sempre più decontestualizzata dal territorio.

    La Storia è fatta da chi va controcorrente

    E come avvenuto per il bullismo, la bulimia, lo stalking, anche la Tesaurismosi (patologia da accumulo oltremodo di beni e denaro, termine da me traslato dalla Medicina per rendere l’idea) verrà prima o poi inquadrata dal punto di vista multidisciplinare. Ma quando ciò avverrà avremmo già perso le ultime due tonnare (Scopello e Foderà di Magazzinazzi) rimaste ad oggi integre tra le 88 che sorgevano sulle coste siciliane.
    Tuttavia la storia è fatta da chi va controcorrente, per cui questo articolo probabilmente sopravviverà nel tempo all’oblio degli attuali consensi

    "® Riproduzione Riservata" - E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione




  • Altre Notizie
  • Altre Notizie Cronaca