Trapani
Guerra dell’acqua Trapani vs Misiliscemi. Annunciata audizione in IV commissione
Ennesimo fallimento delle istituzioni, Regione Siciliana compresa. A farne le spese sono sempre i cittadini
Redazione25 Agosto 2025 - Attualità
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    Trapani – La guerra dell’acqua tra Trapani e Misiliscemi finisce in Procura. Sembra essere definitva la frattura tra le due amministrazioni comunali e questo dopo settimane di tensioni, accuse reciproche e cittadini senz’acqua in piena estate. Le due amministrazioni infatti hanno deciso di passare alle vie legali. Trapani annuncia che entro domani depositerà una denuncia per interruzione di pubblico servizio nei confronti dell’amministrazione di Misiliscemi. Parallelamente Palazzo D’Alì prepara un decreto ingiuntivo da oltre tre milioni di euro per lavori e manutenzioni sulla condotta idrica che, secondo il capoluogo, non sarebbero mai stati pagati dal neonato Comune autonomo.

    L’impianto di sollevamento “Marracco” (nella foto di copertina), dal 5 settembre 2023 giorno in cui Trapani ha formalmente consegnato la rete idrica a Misiliscemi, è il cuore della distribuzione idrica del neo comune ma fa anche parte del sistema acquedottistico “Bresciana” che alimenta il capoluogo e le aree limitrofe. Quando Trapani chiude Marracco però, a Misiliscemi non arriva acqua ma questa continua a giungere nel capoluogo. Su Marracco è così iniziata una vera e propria “guerra dell’acqua”.

    Sulla vicenda interviene il deputato del M5S – Cristina Ciminnisi

    «Assistiamo da settimane dichiara il deputato regionale trapanese del Movimento 5 Stelle, Cristina Ciminnisi – a uno spettacolo indegno per una terra come la nostra, assetata e fragile. Le accuse incrociate tra il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, e quello di Misiliscemi, Salvatore Tallarita, con ordinanze, valvole, lucchetti e denunce, dimostrano una sola cosa: la totale incapacità della politica locale di assumersi la responsabilità di garantire un bene primario come l’acqua. Ho chiesto la convocazione della IV Commissione con l’audizione dell’assessore regionale Colianni, della Cabina di regia, del presidente ATI Gruppuso e dei sindaci di Trapani e Misiliscemi. Ognuno si assuma la propria parte di responsabilità».

    «È inaccettabile che a pagare le conseguenze di questa reciproca intransigenza siano i cittadini, costretti a ricorrere alle autobotti dei privati e a riempire taniche per coprire i fabbisogni minimi. Il conflitto tra i due Comuni prosegue Ciminnisi – non può essere ridotto a una disputa legale o a un regolamento di conti economico. Qui manca del tutto una visione di insieme, manca un coordinamento e manca soprattutto la capacità di gestire in maniera condivisa una risorsa che è sempre più scarsa».

    «Non meno gravi – aggiunge la deputatasono le colpe della Regione Siciliana, che ancora una volta si mostra inadeguata. La gestione delle crisi idriche si è rivelata insufficiente a regolare meglio la distribuzione delle poche risorse disponibili, mentre la mancata operatività per anni dell’ATI ha impedito qualsiasi programmazione seria di investimenti e pianificazione delle risorse idriche. Oggi raccogliamo i frutti amari di un cumulo di criticità: nessuna regia, nessun piano a lungo termine, solo interventi emergenziali e rattoppi».

    «La guerra dell’acqua tra Trapani e Misiliscemi – conclude la deputata trapanese non deve diventare una guerra tra poveri. È il momento che la Regione e gli enti locali si assumano le loro responsabilità e propongano soluzioni reali che garantiscano il diritto di trapanesi e misilesi ad avere l’acqua nelle proprie case. Basta scaricare colpe».

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