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Gadget mafiosi, polemica tra sindaco e commercianti - Trapani Oggi

Gadget mafiosi, polemica tra sindaco e commercianti

23 Giugno 2011 20:16, di Niki Mazzara
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Erice, 23 giugno 2011-Era facile prevederlo, tanto forti sono gli interessi in gioco. La ordinanza del sindaco di Erice Giacomo Tranchida con cui si v...

Erice, 23 giugno 2011-Era facile prevederlo, tanto forti sono gli interessi in gioco. La ordinanza del sindaco di Erice Giacomo Tranchida con cui si vietava ai commercianti l'esposizione di magliette ed i gadget, ancorché satirici, aventi il tema della mafia ha generato la protesta dei commercianti, cavalcata anche da alcuni consiglieri comunali.Il provvedimento,sollecitato dall'assessore al centro storico Alberto Venza, nasceva anche dalla protesta di tanti visitatori e dalla volontà di dare un segnale forte nella lotta agli stereotipi legati alla Sicilia ed alla mafia, ancorché tali magliette e gadget vogliono essere spiritosi. Ma l'ordinanza, che prevede multe sino a 500 euro,  non è stato gradito dai commercianti della Vetta che hanno accusato un calo delle vendite e, per promuovere il prodotto, hanno indossato loro le t-shirt, promuovendo il prodotto per il paese, sostenendo che non si è fiancheggiatori della mafia, ma anzi la si ridicolizza.Sulla vicenda è intervenuto l'ex assessore Peppe Caradonna, di Italia dei Valori, e un consigliere comunale di Valderice,  Gianfranco Palermo, che è titolare di un esercizio commerciale a Erice Vetta, bollando come "eccessivo" il provvedimento del sindaco. Da parte sua Tanchida non recede sottolineando i tanti apprezzamenti ricevuti per il provvedimento e a Caradonna e a Palermo ha replicato invitando i commercianti ericini ad esporre e vendere le magliette di "Addio pizzo", quelle su cui campeggiano i siciliani morti ammazzati dalla mafia. Nel ping pongo mediatico una controreplica di Caradonna che sottolinea di non aver" posto in discussione il contenuto dell’ordinanza sindacale ma i tempi ed i modi di intervento visto che i commercianti ericini si ritrovano ad aver acquistato merce che difficilmente potranno rivendere" e poi di non aver "accusato il Sindaco né la sua amministrazione di alcuna omissione ma ho semplicemente evidenziato che i comportamenti pregiudizievoli da contrastare, in tutta la nostra Regione, sarebbero ben altri e non quelli riconducibili ai souvenir o ai gadget in discussione". Comunque, il sindaco Tranchida, tiene a sottolineare che per lui " l’argomento è chiuso e, senza offesa per alcuno, debbo farmi carico di aprirne ben altri per alimentare lo sviluppo e la coesione sociale dell’intera comunità ericina".

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