Per Franco Battiato, la musica non era intrattenimento, ma meditazione in forma sonora. Brani come L’ombra della luce o Le nostre anime nascono da momenti di raccoglimento profondo, spesso al suono di un armonium. Il suo ultimo inedito, Torneremo ancora, è una preghiera laica, una dolce partenza verso l’oltre. Ogni nota vibra come un invito a rallentare e ad ascoltare ciò che è invisibile.
Il silenzio come arte
Il silenzio, per lui, era un ingrediente essenziale della creazione. Battiato sognava una vita da eremita, immerso nella concentrazione e nelle “piccole cose”. Questo bisogno di raccoglimento ha guidato anche le sue scelte artistiche: negli ultimi anni, si è allontanato dalla scena pubblica per ritrovare la propria dimensione interiore. Per lui, il vero suono nasceva nel silenzio.
Una fede che unisce le religioni
«La religione è un atteggiamento di sacralità verso la vita», diceva. Battiato ha cercato Dio nelle più diverse tradizioni spirituali: dalle preghiere cristiane ai canti sufi, dal buddismo alla filosofia induista. Ha cantato in latino liturgico, studiato reincarnazione e meditato sulla Pasqua etiope. Una fede non dogmatica, ma profonda, aperta, sincera. Radici cristiane e ali orientali: così si nutriva la sua spiritualità.
La denuncia sociale di “Povera Patria”
Scritta nel pieno degli anni di piombo, Povera Patria (video qui in basso) resta uno dei manifesti più forti della disillusione italiana. Nata come reazione alle stragi di mafia, questa canzone è diventata un atto d’accusa poetico, struggente, necessario. «Avrei preferito non scriverla», confessò, ricordando quanto il dolore lo avesse spinto a comporre.
Politica? No grazie
Nel 2012 accettò per breve tempo l’incarico di assessore alla Cultura in Sicilia, ma si dimise presto, deluso dalle logiche di potere. La sua conclusione fu chiara: «Servono artisti e filosofi, non politicanti». La sua idea di società era fondata sull’etica, sulla bellezza, sull’educazione spirituale. Valori oggi più che mai urgenti.
L’amore come “cura” dell’anima
La cura (secondo video qui in basso) è il suo capolavoro d’amore, ma non nomina mai la parola “amore”. Parla invece di dedizione, protezione, silenziosa presenza. È il canto di un padre, di un compagno, di un’anima che ama senza possesso. Una canzone che non consola, ma eleva. Come tutta la sua opera.
Un’eredità per chi cerca
Franco Battiato ci ha lasciato un’eredità fatta di suoni, parole e visioni. Ma soprattutto, ci ha lasciato domande. E strumenti per cercare le risposte dentro di noi. A ottant’anni dalla sua nascita, la sua voce non è solo un ricordo: è un invito. A meditare, a comprendere, a tornare all’essenza.
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