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Alcamo | Politica

Fondi PAC alla mafia, il deputato europeo Ignazio Corrao propone correttivi

18 Gennaio 2016 13:35, di Niki Mazzara
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“Istituire una banca dati dei beneficiari e abbassare la soglia minima di 150 mila euro per la richiesta del certificato antimafia”. La proposta arriv...

“Istituire una banca dati dei beneficiari e abbassare la soglia minima di 150 mila euro per la richiesta del certificato antimafia”. La proposta arriva dall’europarlamentare siciliano del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao a proposito delle truffe nell'ambito della PAC, la politica agricola comune in Sicilia tornate nuovamente alla ribalta, nel corso della trasmissione Presa Diretta su Rai 3, dove è stato mandato in onda uno stralcio del documentario “Fondi rubati all’agricoltura”, di Diego Gandolfo e Alessandro di Nunzio, vincitori del Premio Morrione 2015. Corrao già nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo e aveva depositato apposite interrogazioni alla Commissione Europea. “Per accaparrarsi i fondi – spiegato Corrao – la mafia truffa, usa la violenza, intimidisce. Gli agricoltori sono costretti con la forza a cedere i terreni e molti sindaci, titolari di centinaia di ettari di terreni comunali, come Fabio Venezia primo cittadino di Troina ed ancora Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, sono oggi costretti a vivere sotto scorta. E’ una situazione insostenibile, soprattutto se si considera che tutti i terreni sequestrati alla mafia hanno percepito i fondi della PAC per il sostegno al reddito. La certificazione antimafia è richiesta per importi superiori ai 150 mila euro annui. Una soglia assurda, ridicola. Ma quanto terreno occorre per percepire 150 mila euro? 300 ettari, una superficie che supera di un terzo quella di tutto il Principato di Monaco. La Commissione europea tramite l’Olaf, il Ministero, la Magistratura e le Forze dell’ordine sono al corrente della vergognosa situazione e del fatto che la maggior parte di questi fondi siano irrecuperabili per via della prescrizione. Noi - conclude il parlamentare europeo del M5S - proponiamo una soluzione semplice e di facile applicazione, ovvero una banca dati dei beneficiari pubblica, facilmente consultabile anche dai cittadini, che ancora oggi dopo tutte le denunce fatte la Regione non si è ancora degnata di realizzare. E poi l’abbassamento della soglia minima di 150 mila euro per la richiesta del certificato antimafia”.

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