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Festività dell'Unità d'Italia: Contenti e gabbati. - Trapani Oggi

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Festività dell'Unità d'Italia: Contenti e gabbati.

10 Marzo 2011 19:29, di Niki Mazzara
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E' chiaro, ancora una volta questa classe politica autoreferenziale ci ha preso per il culo. Nel gioco delle parti, il Governo, in primis, ma anche l'...

E' chiaro, ancora una volta questa classe politica autoreferenziale ci ha preso per il culo. Nel gioco delle parti, il Governo, in primis, ma anche l'opposizione, hanno ottenuto quello che volevano, far finta di essere dalla parte dei cittadini. Così, nel braccio di ferro (finto, si scopre ora) tra Pdl e Lega sulla ricorrenza del 17 marzo, con enfasi e retorica patriottardica presentata quale qualificante momento della Festa dell’Unità d’Italia, momento in cui i lavoratori dovevano scendere in piazza a commemorare gli eroi del Risorgimento che diedero la vita per l'unificazione della nostra Nazione uscita a pezzi dal congresso di Vienna, di fatto quelli che sono stati presi in giro si scopre essere i lavoratori. Secondo una circolare diffusa oggi da diversi enti, i dipendenti pubblici (più di 2 milioni di cittadini) saranno obbligati a usare sette ore di permesso. Stesso discorso vale per le altre decine di migliaia di lavoratori con contratti che non prevedono il festivo pagato, che di fatto lavoreranno lo stesso. Né sarà meglio per i lavoratori del settore privato, obbligati a usufruire di un giorno di ferie, visto che tante aziende il venerdì saranno chiuse per scongiurare il calo di produttività imputabile alle numerose richieste di ponte. Ai lavoratori privati la festa sarà pagata decurtando il doppio pagamento della domenica, dopo lo spostamento per legge del festivo 4 novembre. Insomma, quella che è stata salutata come una festa che celebra i 150 anni dell'Unità d'Italia rischia di trasformarsi in un boomerang proprio per i lavoratori che pagheranno, cara e amara, la tronfia esposizione di petti “onorevoli” che parteciperanno alle varie celebrazioni da parte di quelli esponenti che seggono nel Parlamento, nei consigli regionali, provinciali e comunali (e, perché no, anche condominiali), a ricordarci che siamo tutti orgogliosi di essere parte di questa Nazione, dimenticando, o facendo finta di dimenticare, che spesso, con il loro operato, fanno di tutto per farcene vergognare. Scriveva  Giorgio Gaber, altre volte qui citato: “ Persino in parlamento / c'è un'aria incandescente/  si scannano su tutto/ e poi non cambia niente”. Ecco perché “ Io non mi sento italiano / ma per fortuna o purtroppo / per fortuna o purtroppo per fortuna / per fortuna lo sono”. P.S. Nonostante un' imbelle classe politica

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