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Fazio: "Incompatibilità strumento per fare confusione ma io resto candidabile ed eleggibile"

20 Febbraio 2017 14:33, di Ornella Fulco
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La decadenza votata dal Consiglio comunale nei miei confronti sulla base della mia presunta incompatibilità con la carica di consigliere comunale non ...

La decadenza votata dal Consiglio comunale nei miei confronti sulla base della mia presunta incompatibilità con la carica di consigliere comunale non mi impedisce di candidarmi a sindaco né di essere eletto. Chi afferma il contrario strumentalizza la vicenda per fare confusione nei confronti degli elettori e tentare di indebolire la mia figura". le cause di incandidabilità e di inelegibilità sono diverse da quelle di decadenza e, in ogni, caso, sono specifiche, cioè espressamente indicate dalla legge". Così si è espresso stamane, nel corso di un incontro con la stampa nella sede della sua Segreteria, l'ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio che ha illustrato le motivazioni che lo hanno indotto a fare ricorso, contro la delibera consiliare, sia al Tribunale Amministrativo Regionale sia al giudice ordinario. La richiesta di sospensiva del provvedimento con il quale è stato estromesso dal massimo consesso cittadino sarà esaminata il prossimo 9 marzo mentre il ricorso avviato davanti al Tribunale di Trapani, in quanto provvedimento d'urgenza, è già stato affidato alla giudice Stocco e si attende a breve la fissazione dell'udienza per la notifica alle parti interessate. Nella questione, come ha sottolineato Fazio, è coinvolta obbligatoriamente anche la Procura della Repubblica perché si tratta di una ipotesi di lesione di un diritto soggettivo. La decadenza votata dal Consiglio comunale trapanese sarebbe illegittima e contraria alla legge, come si legge nel ricorso presentato dal legale di Fazio al Tar, per tre ordini di motivi. Il primo è che i provvedimenti sono stati adottati con voto segreto invocando a sostegno della scelta un articolo dello Statuto che, nella fattispecie, non si applica. "Il Consiglio comunale - è stato sottolineato - non doveva esprimere alcun apprezzamento sulle qualità e attitudini del consigliere Fazio, caso in cui sarebbe stato legittimo adottare il voto segreto, ma limitarsi ad un accertamento oggettivo di fatti". "In realtà - ha commentato Fazio - i consiglieri hanno fatto questa scelta per evitare di essere chiamati, in futuro, in giudizio per un comportamento illegittimo. In questo modo non c'è possibilità di sapere chi e come ha votato”. Il ricorso fa poi riferimento al difetto di istruttoria e al difetto assoluto di motivazione. In pratica il Consiglio comunale, nell'esaminare la questione dell'incompatibilità, “ha ignorato e disatteso i pareri sugli atti e le memorie da me presentate - ha sottolineato Fazio - non sono state prese minimamente in considerazione”. Argomento centrale della "difesa" di Fazio è la sussistenza, nel suo caso, della esimente prevista dall’articolo 10 della legge regionale 31/1986, dato che il fatto che ha generato la lite civile pendente – ritenuta causa di incompatibilità - è stato da lui commesso non per finalità personali o private ma, come accertato ed espresso nella sentenza del giudice penale che lo condannò per violenza privata, per tutelare gli interessi della città di Trapani di cui all’epoca era sindaco. Il Consiglio comunale, inoltre, ha ignorato il parere del proprio Ufficio legale che evidenziava come il nocciolo della questione fosse proprio stabilire se la condotta tenuta da Fazio mentre era sindaco - e in dipendenza della quale Vito Dolce ha chiesto di essere risarcito - sia connessa o meno al mandato di sindaco e che il criterio indicato dalla Corte di Cassazione per operare tale valutazione è proprio quello della natura dell’interesse – privato e personale oppure collettivo e pubblico – per il quale la condotta era stata posta in essere. Successivamente i legali del Comune sono stati estromessi dalla questione ed è stato conferito un nuovo incarico ad un legale "di fiducia indicato dal sindaco". Fazio ha sottolineato che l'amministrazione comunale ha deciso di costituirsi contro di lui per ottenere di essere sollevata da qualsiasi responsabilità economica nel caso in cui l'ex sindaco venga condannato a risarcire Dolce e non adempia a questo obbligo "Questa azione però, - ha spiegato - non ha una vita autonoma ma è subordinata alla causa civile tra me e Dolce e quindi la "lite" tra me, in quanto consigliere comunale, e il Comune non esiste". A tal proposito l'ex consigliere comunale ha comunque sottoscritto un atto di manleva davanti ad un notaio in cui si impegna a non far ricadere alcuna responsabilità economica dell'eventuale condanna sul Comune. Ha anche chiesto, in Consiglio comunale, cosa altro potesse essere ritenuto necessario per garantire il Comune ma "nulla è stato indicato a tal proposito". La questione del risarcimento, è d'uopo ricordarlo, è stata già esaminata dal Tribunale di Trapani che ha rigettato le richieste di risarcimento, per un ammontare di 200mila euro, avanzata da Vito Dolce. Fazio ha risposto anche alle dichiarazioni del segretario comunale del PD, Francesco Brillante, che lo ha definito "pregiudicato". "E' vero - ha detto - ciò che afferma ma se lo sono diventato l'ho fatto solo per il bene della mia città e non me lo invento io, lo dice la sentenza del giudice penale". Sempre sul PD Fazio ha precisato di non aver mai chiesto alcuna collaborazione con il Partito Democratico e neppure con il sindaco di Erice Giacomo Tranchida, come si è vociferato nelle ultime settimane. “Non ho alcun accordo sottobanco - ha ribadito - e ricordo che quando ero sindaco ho avuto momenti di confronto anche duro con lui. Ciascuno di noi due difendeva gli interessi della sua città. Un esempio su tutti è quello riguardante la vicenda dell’acqua dove dovettero intervenire i Carabinieri". Fazio ha smontato anche la tesi, circolata in queste settimane, che sulla sua incandidabilità possano intervenire la Commissione elettorale o il Prefetto. "La legge non lo prevede - ha sottolineato - e, ammesso che la vicenda sia ancora in corso dopo le amministrative, ma io credo che non lo sarà, e ammesso che io venga eletto sindaco, dovrà essere il nuovo Consiglio comunale ad occuparsene”. Quanto al ricorso al giudice civile Fazio ha precisato anche che in esso si solleva un difetto di giurisdizione riguardo all'inizitiva del Comune di costituirsi in giudizio contro di lui. "Toccherebbe alla Corte dei Conti occuparsi dell’eventuale danno erariale subito dal Comune di Trapani - ha concluso - danno che sussisterebbe, in ogni caso, solo se io venissi condannato al risarcimento e non pagassi il dovuto a Dolce". Il Consiglio, intanto, va avanti e la prossima riunione è stata convocata il 2 marzo. All’ordine del giorno c'è la sostituzione del consigliere Fazio dichiarato decaduto dalla carica. Al suo post andrebbe il primo dei non eletti della lista "Uniti per il Futuro" che è Aurora Ranno e che, secondo indiscrezioni, sarebbe intenzionata ad accettare il mandato.

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