Campobello di Mazara – Era stata la Bonafede nelle sue dichiarazioni spontaneee nel corso del processo che la vedeva imputata a dire che Solimano era Antonio Messina, zio del mio marito. “Quel Solimano di merda ci ha distrutti”, scriveva sprezzante la maestra a Messina Denaro. I due avevano progettato anche di intimidire l’avvocato ritenendo che avesse violato accordi economici.
Matteo Messina Denaro e la sua amante Laura Bonafede, avevano progettato di intimidire pesantemente l’avvocato Antonio Messina, arrestato oggi per associazione mafiosa, ritenendo che avesse violato accordi economici. E’ quanto emerge da un pizzino trovato nel covo del boss scritto dalla donna che dice: “Che Solimano, tenesse tanto al denaro l’ho sempre capito, gli piace spendere e fare soldi facili ma mai avrei potuto pensare che arrivasse a tanto. Quando dici che gliela farai pagare, che non ti fermi, ti posso dire che ne sono certa, ti conosco anche sotto questo aspetto. Non ti nego che mi sarebbe piaciuto che avessi fatto ‘due piccioni con una fava’; Solimano e Pancione. Ma Pancione (il mafioso Epifanio Napoli ndr) ci sta pensando da solo, mangia come un porco, nemmeno può camminare più”.
Dal tenore del biglietto “si comprendeva che, evidentemente, – scrivono i pm nella richiesta di arresto di Messina – entrambi avevano già in passato ricevuto denaro da Solimano, ma l’avidità, l’ingordigia del Messina e il suo mancato rispetto di precedenti accordi o prassi (da leggersi univocamente nei termini di un precedente sovvenzionamento della latitanza di Matteo Messina Denaro e della famiglia di Campobello di Mazara) si erano verificati anche in passato, tanto da costringere Depry (nomignolo con il quale veniva indicato dalla donna proprio il capo mafia latitante), a lanciare un avvertimento a Solimano in modo da fargli avere paura”. E in effetti Messina nel tempo ha subito diversi episodi intimidatori. Nel settembre 2016 per esempio due autovetture di Antonio Messina erano state incendiate a Campobello di Mazara.