Trapani Oggi

E' morto il "re dell'eolico" Vito Nicastri, era malato da tempo - Trapani Oggi

Alcamo | Cronaca

E' morto il "re dell'eolico" Vito Nicastri, era malato da tempo

16 Luglio 2024 12:20, di Laura Spanò
visite 3297

Era ricoverato al Cervello di Palermo

E' morto dopo una lunga malattia Vito Nicastri, imprenditore alcamese conosciuto come il “Re dell’eolico” per via dei numerosi investimenti nelle energie rinnovabili in Sicilia.

Nicastri, che lottava contro una malattia, era ricoverato da alcune settimane nel reparto di oncologia dell’Ospedale Cervello di Palermo, ed lì che è deceduto.

La fortuna di Nicastri parte dagli anni novanta, in vent' anni diventa un top manager. Nel 2013, la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani gli confiscò un miliardo e trecento milioni di euro, tanto valevano le 43 società di capitali che Nicastri utilizzava per gestire i suoi affari nel settore eolico e fotovoltaico; con sedi in Sicilia, Lazio e Calabria. E anche un tesoro fatto da 98 beni immobili. La confisca riguardava pure un catamarano di 14 metri per 8, auto di grossa cilindrata, e la Dia mise i sigilli a 60 rapporti finanziari, fra conto correnti, dossier titoli e polizze assicurative. Fu una delle confische più grande di tutti i tempi.

La storia dell'elettricista alcamese diventato imprenditore dell'eolico e delle rinnovabili

Fu il Financial Times a definirlo anni fa il “signore del vento”, ma la figura di Vito Nicastri è stata al centro di intricate vicende giudiziarie degli ultimi anni. Da semplice elettricista di Alcamo, Nicastri è riuscito a costruire un impero milionario puntando per primo sugli impianti eolici in Sicilia. La sua rapida ascesa imprenditoriale però ha attirato i sospetti della magistratura, che lo ha accusato di essere vicino alla mafia trapanese ed in particolare al superlatitante Matteo Messina Denaro.

Nel 2018 Nicastri venne arrestato e posto ai domiciliari accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. In primo grado fu condannato, poi venne assolto in appello e infine di nuovo assolto in Cassazione nel dicembre 2023. I pm lo accusavano di aver trasferito parte dei profitti derivanti dai suoi impianti eolici al boss latitante Messina Denatro tramite la cosca locale, come confermato anche dalle dichiarazioni del collaborante Lorenzo Cimarosa, cugino di Matteo Messina Denaro.

Nel 2020 venne accusato di aver pagato mazzette a diversi funzionari regionali per ottenere autorizzazioni per i suoi impianti di energia rinnovabile. Per questa vicenda era arrivata una richiesta di condanna a 12 anni di reclusione.

© Riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare
Altre Notizie