Calatafimi Segesta
Due fermi per la morte di Antonio Arculeo, ucciso e poi dato alle fiamme
L'autopsia rivela l'omicidio
Redazione14 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Alcamo – Ci sono due fermi per la morte di Antonino Arculeo, 74 anni di Partinico scomparso da casa il 7 maggio scorso e trovato morto venerdì nella zona delle terme segestane a Calatafimi.L’autopsia ha accertato la presenza di diverse ferite di arma da taglio e alcuni morsi di animali sul cadavere. L’uomo sarebbe stato anche bruciato nel tentativo di occultarne i resti.

    La squadra mobile di Palermo, che indagava sulla sua scomparsa, ha fermato due partinicesi di 30 e 50 anni accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Domenica scorsa Arculeo si è allontanato dalla sua abitazione e tre giorni dopo i familiari ne hanno denunciato la scomparsa.

    I due fermati dalla polizia

    I due uomini fermati sono: Dario Milana, 47 anni, e Gioacchino Leto, 35 anni. Sono accusati di  concorso in omicidio e distruzione di cadavere. Sarebbero gli autori dell’assassinio di Antonino Arculeo. Ai due indagati, la polizia è arrivata dopo la denuncia dei figli della vittima che hanno segnalato l’allontanamento del padre e raccontato che l’auto di Arculeo, la sera della scomparsa, era stata coinvolta in un grave incidente ad Alcamo e che uno dei due uomini che erano in macchina era scappato via.

    L’incidente, la fuga, il fermo e il ritrovamento del cadavere

    A bordo dell’automobile c’erano Leto, che aveva fatto perdere le sue tracce, e Milana che era andato in ospedale per rendersi irreperibile poche ore dopo. Leto, convocato alla polizia, ha tentato la fuga, ma gli
    investigatori, che ne seguivano gli spostamenti, hanno scoperto che si trovava a Lamezia Terme. Il giorno successivo l’uomo si è presentato in commissariato a Partinico e ha guidato gli agenti sul luogo del ritrovamento del corpo di Arculeo.

    Leto ha ammesso di aver preso parte all’omicidio insieme a Milana, sostenendo che sarebbe stato il complice a uccidere la vittima a coltellate e che poi ne avrebbe bruciato il corpo e si sarebbe disfatto dell’arma: un coltello da cucina. Comparso davanti al pm Leto, però, si è rifiutato di rispondere. Milana, che pure aveva cercato di rendersi irreperibile, in sede di interrogatorio, ha negato di aver avuto un ruolo nell’omicidi,o sostenendo di non conoscere Arculeo. Il Gip  presso il Tribunale di Palermo ha convalidato il provvedimento precautelare, disponendo la custodia cautelare in carcere per entrambi gli indagati.

    Ora si cerca di ricostruire il movente.

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