Domenica a Trapani: Cibo, Passione e Pallacanestro!
Era una normale domenica a Trapani, e come ogni domenica che si rispetti, il pranzo era una cosa seria. Attorno al grande tavolo della casa di famiglia erano seduti tutti: il papà, il nonno, la mamma che aveva appena finito di impiattare, la vicina di casa, amica da sempre, e naturalmente Peppino, il più piccolo della famiglia, che dal fondo della tavolata alzò la voce con la sua solita curiosità:
“Stasera cosa si mangia? E soprattutto, dove vediamo la partita?”
Era una domanda retorica, quasi un rito. A Trapani, il cibo non è solo nutrimento: è cultura, è identità, è passione. Non si cucina per necessità, ma per amore, e ogni piatto racconta una storia lunga secoli. E se c’è qualcosa che può competere con la cucina trapanese, è solo la pallacanestro. Perché questa sera c’è Trento-Trapani, e non si può perdere.
Il nonno sorrise e posò la forchetta. “Picciutteddu mio, a Trapani si mangia sempre bene, ma oggi tua madre ha fatto la pasta cu l’agghia e u maccu. Non è solo un primo piatto, è un manifesto d’intenti! E se la squadra gioca con la stessa determinazione con cui tua madre cucina, allora c’è l’ha giochiamo, sicuro!“
La vicina ridacchiò. “E guai a dire che il pesto trapanese non è il migliore al mondo! Se lo fai, rischi di essere bandito dalla città per direttissima! E guai pure a dire che il Trapani Basket non ha cuore, perché noi si lotta sempre!”
Peppino, con gli occhi spalancati, affondò la forchetta nella pasta e il profumo del basilico, delle mandorle e dell’aglio gli riempì le narici. “Mamma mia, sembra un’opera d’arte!”
La mamma sorrise soddisfatta. “E questo è solo l’inizio! Dopo ci sono le sarde a beccafico e le busiate con il ragù di tonno. E per chi ha ancora spazio, un po’ di cassatelle di ricotta.”
Il papà si schiarì la voce. “E per chi ha ancora fame di vittorie, alle 18 e 15 tutti incollati alla TV!”
Peppino si portò la mano al cuore. “Qui a Trapani non si mangia per sopravvivere, si mangia per vivere davvero! E si tifa sempre col cuore!”
Il nonno annuì solenne. “E ricordati, picciutteddu: il cibo a Trapani non è solo roba da mangiare. Qui, a tavola, si parla, si ride, si discute, si raccontano le storie di famiglia. Il cibo è la nostra memoria e il nostro futuro. E il basket? È la nostra passione.”
Fu allora che la vicina, con un gesto teatrale, alzò il bicchiere. “E ora, buon appetito a tutti, professionisti della forchetta e del tifo!”
E così, tra una risata, un boccone e l’attesa della partita, la domenica trapanese scorreva come sempre: lenta, gustosa e piena di emozioni, proprio come una partita punto a punto. Forza Trapani!