Trapani
Maggioranza senza numeri, l’opposizione va via… e il Comune rischia di perdere un finanziamento
Trapani, Palazzo Cavarretta: stasera nuova seduta d’aula, quasi fuori tempo massimo si deve approvare una variazione al bilancio, ma tiene banco la querelle sulle decadenze
Rino Giacalone12 Novembre 2025 - Politica
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    Trapani – di Rino Giacalone – Ieri sera a Palazzo Cavarretta si sono tenute due sedute consiliari: una ufficiosa, una riunione dei capigruppo decisa a tamburo battente, nel pomeriggio, dal presidente Alberto Mazzeo, parecchio allargata, presenti quasi tutti i consiglieri, e una ufficiale, con tanto di “pec” di convocazione. La prima ha avuto una durata ben superiore a quella ufficiale: l’assise consiliare convocata per le 19 ha potuto iniziare i lavori alle 20, per vedere chiusi i lavori appena 20 minuti dopo per il venire meno del numero legale.

    Due le riunioni

    Sul tavolo delle due riunioni argomenti diversi. La “capigruppo” allargata ha affrontato la questione sulla proposta decadenza di otto consiglieri della maggioranza. In aula c’era da discutere una variazione al bilancio per incamerare un finanziamento a proposito di digitalizzazione.
    In aula i consiglieri sono arrivati “surriscaldati” per il confronto svoltosi nelle ore precedenti.
    Nella sostanza. All’opposizione che insegue l’obiettivo di far decadere i consiglieri della maggioranza, per le oramai famose tre assenze consecutive nelle sedute del 22 e 23 ottobre (due straordinarie e una ordinaria), non è piaciuto l’intervento del segretario generale che in dieci pagine ha motivato, al presidente del Consiglio comunale, che gli aveva posto precisi quesiti, ma anche a Prefettura e Assessorato regionale Autonomie Locali, il parere della insussistenza delle ragioni prospettate.

    Chi aveva chiesto la decadenza

    A chiedere la decadenza è stato un cittadino/elettore del Comune, che ha sollevato la violazione di una norma statutaria, quella per l’appunto delle tre assenze non giustificate, ma, come ben si sa, a far da apripista alla procedura è stato l’imprenditore Valerio Antonini, quale leader del movimento politico Futuro, e dietro di lui si è posta tutta la minoranza consiliare. Manovra politica che dovrebbe portare a loro dire a far sciogliere il consesso civico. Una scorciatoia per arrivare alle elezioni.
    Tutto sfuma però dinanzi alla risposta troncante data dal segretario generale al presidente Mazzeo. Il presidente del consesso civico è infatti il titolare del procedimento, a lui spetta la formalizzazione ai capigruppo prima e eventualmente all’aula dopo, delle proposte deliberative di decadenza. E Mazzeo ieri pomeriggio ha indicato la strada che intende percorrere: definire un provvedimento di rigetto della richiesta di decadenza, che verrà sottoposto ai capigruppo prima dell’invio al soggetto che ha sollevato la violazione statutaria. Un provvedimento che secondo le regole del diritto amministrativo può essere impugnato con ricorso al Tar. Quindi pieno rispetto delle norme sul procedimento amministrativo.
    Nonostante le assicurazione di Mazzeo è scattato il baccano.

    Apriti cielo! L’opposizione, consigliere Tore Fileccia in testa, ha ritenuto arbitrario e fuorviante l’intervento del segretario generale, sostenendo che Mazzeo deve adempiere nel chiedere ai consiglieri le giustificazioni e poi proporre le decadenze, riconoscendo ruolo sovrano all’aula. Insomma la riunione ufficiosa di ieri pomeriggio si è chiusa senza che il presidente Mazzeo sia riuscito a definire tutti gli adempimenti.

    Una volta arrivati in aula le tensioni sono state subito palpabili. Intanto a renderle materiali è stato il consigliere futurista Fileccia, che ha preannunciato ricorsi sparsi tra prefettura, assessorato Autonomie Locali, Tar e poi in qualsiasi altra sede giudiziaria, tacciando Mazzeo anche di possibili omissioni da codice penale.

    Fileccia ha avuto a che dire anche con l’informazione locale, chiedendo se i cronisti presenti in aula avevano l’autorizzazione a poter stare nell’emiciclo.

    E’ lecito a chiunque replicare a quanto un qualsiasi giornalista scrive, e ci sono mezzi e modi per farlo, e per quanto ci riguarda questo giornale non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno, e soprattutto non c’è una sola parte politica che possa lamentare propri comunicati finiti nascosti. Ma chiedere le credenziali come ha fatto ieri Fileccia non può essere mai un corretto modo di replicare, ma significa volere disconoscere semmai un diritto dei giornalisti (ufficiali e praticanti) ad assistere alle sedute. E’ stato un tentativo di intimidire la stampa, alzando la voce? Non ci pensiamo nemmeno per un millesimo di secondo. Solo stando presenti si può meglio raccontare il lavoro dei consiglieri, di tutti i consiglieri.

    L’opposizione

    L’opposizione si è trovata a poter tirare un tiro da tre, vista la concomitanza con la partita di basket della Champions League europea, contro gli avversari della maggioranza, presenti “in campo” in inferiorità numerica, ed è riuscita nell’intento di portare la palla dentro al canestro. Tradotto: adunanza conclusa in 20 minuti per mancanza di numero legale. Alcuni consiglieri (di maggioranza sono rimasti, inutilmente), la minoranza è andata via, tra loro anche consiglieri che di corsa hanno preso la via verso il Pala Daidone/Shark per non perdere l’importante match. Breve seduta, ma gettone incassato per intero.

    L’opposizione ancora una volta, nel pieno della legittima azione politica ostruzionistica, approfittando di una maggioranza nuovamente segnata da assenze, ha abbandonato la seduta, dopo la fase delle comunicazioni, facendo venire meno il numero legale. Al presidente Mazzeo non è rimasto altro che prendere atto dell’assenza del numero legale, fino a prima consentito dalla presenza dei dieci consiglieri della minoranza, aggiornando i lavori a stasera.

    Quella di ieri, così come quella di oggi, era una seduta straordinaria: convocata per approvare una variazione di bilancio utile ad incamerare un finanziamento di circa 40 mila euro destinato alla digitalizzazione dei numeri civici delle strade cittadine. Il termine per accedere al finanziamento scade alla mezzanotte di oggi, il voto di stasera quindi è previsto quasi in coincidenza alla scadenza fissata, incerto quindi l’esito del risultato, ottenere lo stanziamento nell’ambito di un intervento del Pnrr, anche dinanzi all’eventuale approvazione. Se questo accadrà siamo certi scatterà la ricerca delle responsabilità.

    La maggioranza

    E’ indubbio che la maggioranza ha un problema di coesione interna e la minoranza ne approfitta. La coalizione che sostiene la Giunta da parecchie sedute non riesce a essere presente in aula con tutti i 14 consiglieri. E certe assenze sembrano essere rappresentazione di qualche malessere. Sullo sfondo di questo scenario politico quel rimpasto di Giunta che il sindaco Giacomo Tranchida rinvia da tanto tempo, utile intanto a coprire le poltrone assessoriali rimaste vuote (dopo l’uscita di Mazzeo, chiamato a fare il presidente del Consiglio, e Barbara che ha dismesso i panni di delfino del primo cittadino uscendo dalla Giunta).

    Dove sta il malessere? Spalmato in quasi tutti i gruppi della maggioranza ma i riflettori sono puntati in particolare sulla consigliera Giusi Poma, ex centrista oggi nel gruppo misto, che ha giustificato le assenze quasi sempre per ragioni di lavoro, ieri per ragioni di salute, ma anche su Francesco Briale, ieri però presente; problemi di lavoro hanno invece trattenuto il vice presidente dell’aula Andrea Genco, che è tra quei consiglieri che non spiccano certo per numero di assenze.
    Tutto qui. No, tornando un attimo indietro, alla fase delle comunicazioni, sulla vicenda decadenza è intervenuto il centrista Braschi, le sue presunte assenze ingiustificate sono state oggetto di ricorso formalizzato da un suo collega d’aula, Salvatore Daidone (gruppo Trapani 2028). Braschi non le ha mandate a dire, parlando di ripicche personali e quindi di richiesta illegitima. Parlando rivolto forse non solo a Daidone, Braschi ha definito “sfregio alla buona politica” le sollevate procedure di decadenza “contro ogni principio sancito dalle regole democratiche. Braschi ha lamentato anche la conduzione dei lavori della seduta d’aula del 23 ottobre da parte del consigliere anziano Peppe Guaiana (erano assenti presidente Mazzeo e vice presidente Genco) che a suo dire avrebbe apposta omesso la lettura integrale del documento politico con il quale la maggioranza spiegava le ragioni dell’assenza: “se l’avesse fatto – ha detto Braschi – non avrebbe permesso lo show politico in corso”.

    Stasera si torna in aula. Speriamo intanto per non far perdere alla città l’opportunità di un finanziamento utile ad ammodernare una parte della burocrazia comunale

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