Covid/19. Tutti negativi i tamponi eseguiti a Calatafimi, si tira un sospiro di sollievo
La conferma è stata comunicata dall'Asp al sindaco Accardo
L’ASP di Trapani ha comunicato all'Amministrazione comunale di Calatafimi l’esito dei 26 tamponi effettuati a 23 donatori, tra cui anche il giovane alcamese, e a tre volontari dell’AVIS locale, sono risultati tutti quanti negativi. eseguiti sul territorio nella giornata di lunedì mattina dopo che era stato scoperto che un sanitario venuto in città a fare dei prelievi all'Avis comunale era risultato positivo al covid/19.
"In atto il risultato degli stessi è di negatività per COVID-19. La notizia - scrive il sindaco di Calatafimi Antonino Accardo - giunta in tempi celerissimi, rappresenta per me e per la cittadinanza tutta, motivo di grande serenità . Rimane comunque l'obbligo, per i concittadini che sono stati sottoposti al tampone, ancorché negativi, dell’isolamento domiciliare per 14 giorni e comunque fino a nuove disposizioni. Si invita, comunque, la cittadinanza a continuare nel rispetto di tutte le misure di contenimento messe in atto dal Governo Nazionale e regionale. Si coglie l’occasione per ringraziare l’ASP di Trapani per l’impegno e la celerità con i quali ha affrontato la problematica sopracitata". Insomma dopo giorni di grande apprensione in città finalmente è tornata la pace e in molti possono tirare un sospiro di sollievo.
Ma cosa era veramente accaduto?
Praticamente un infermiere di Salemi, che lavora all'ospedale di Castelvetrano è risultato positivo al covid-19. Il sanitario lo scorso 5 aprile si era offerto volontario per dei prelievi di sangue nella sede dell'Avis di Calatafimi. Molti calatafimesi si erano ritrovati in quella sede per per donare il sangue. Tutti avevano adottato le precauzioni imposte, il rispetto delle distanze di sicurezza e i dispositivi di sicurezza( mascherina e guanti). Per quanti erano presenti quel giorno si trattava di andare a fare un gesto di solidarietá. Nessuno però pensava che sarebbe successo tutto questo.
Tutti stanno perfettamente bene, non hanno evidenziato alcun sintomo ricollegabile al covid/19. Tanti di loro nel silenzio assoluto hanno svolto la loro professione tenendo presente la sicurezza sempre dei clienti. Ora l'incubo è finito ma rimane sempre la necessità di continuare a rispettare le regole.
Ecco come ha vissuto queste giornate così terribili una delle persone coinvolte.
"Dalla vigilia di Pasqua fino a ieri sera non abbiamo più vissuto. C'era la serenità che erano state adottate tutte le precauzioni ma, si capisce che in questi casi la ragione non trova spazio, subentra l'ansia e il dubbio di avere sbagliato qualcosa, di non riuscire fino in fondo a vivere correttamente la quarantena. Per me per esempio con due bambini di cui uno di 21 mesi, non è stato per niente facile. La percezione della realtà cambia e cambia l'approccio con i gesti quotidiani. Fino alla notizia della positività dell'infermiere in famiglia abbiamo rispettato le regole e l'unico ad uscire era mio marito, per lavoro, io sono chiusa in casa con i bambini dal 5 marzo. In questi ultimi giorni abbiamo intensificato le precauzioni precedentemente adottate. Poi il gesto del sindaco di chiamare personalmente tutti quelli coinvolti ci ha commossi. Come un padre sta vicino ai propri figli, lui si è comportato come tale. So che l'infermiere sta benissimo e che è stato in pensiero per tutta questa situazione. Quello che abbiamo vissuto ci fa capire che rispettare le regole è fondamentale, la Madonna di Giubino ha accolto tutte le nostre preghiere. Calatafimi ancora una volta riceve un miracolo. Siamo fortunati".
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