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Confiscati beni al fratello di Matteo Messina Denaro

05 Novembre 2013 12:37, di Redazione
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Beni immobili, per un valore complessivo di circa 1 milione e 800 mila euro, sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione ...

Beni immobili, per un valore complessivo di circa 1 milione e 800 mila euro, sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di tre provvedimenti, emessi dagli uffici Misure di Prevenzione dei Tribunali di Palermo e Trapani, sulla base di una serie di accertamenti economico-patrimoniali. Tra le persone raggiunte dal provvedimento c'è anche il fratello del boss latitante Matteo Messina Denaro. La confisca riguarda conti correnti, depositi, investimenti in titoli e polizze assicurative per un valore di circa 220.000 euro. Salvatore Messina Denaro, 60 anni, era stato arrestato nel marzo del 2010 per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni. Gli inquirenti lo ritengono il reggente del mandamento mafioso di Castelvetrano. Il secondo provvedimento eseguito in provincia di Trapani riguardano rispettivamente, Cosimo Moceri, 55 anni, di Campobello di Mazara, arrestato nel luglio 2010 per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina. L'uomo aveva costituito un gruppo criminale dotato di collegamenti tra l'Italia e il Sudamerica e si serviva di una società import-export di copertura nei principali porti europei. La confisca riguarda un'impresa edile e due ditte di lavorazione del marmo per un valore di circa 370 mila euro. La confisca eseguita nel Palermitano, riguarda beni immobili per oltre 1 milione 200mila euro, è stata eseguita nei confronti di Giovanni Cusimano, 72 anni, di Palermo, nei cui confronti, nel 2008, era stata disposta un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa ed estorsione. Gli investigatori lo indicano come appartenente alla famiglia mafiosa di Tommaso Natale e legato da rapporti di parentela con il boss Salvatore Lo Piccolo per conto del quale avrebbe gestito e riscosso il pizzo ai danni di numerose attività commerciali, in alcuni casi anche imponendo l'assunzione di soggetti vicini alla cosca.

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