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Confartigianato - “il Governo ha decretato la morte di micro e piccole aziende” - Trapani Oggi

Confartigianato - “il Governo ha decretato la morte di micro e piccole aziende”

22 Giugno 2011 18:26, di Niki Mazzara
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Trapani, 22 giugno 2011- Parte da Trapani, dal profondo sud, la mobilitazione delle micro e piccole imprese contro il “decreto di morte” delle piccole...

Trapani, 22 giugno 2011- Parte da Trapani, dal profondo sud, la mobilitazione delle micro e piccole imprese contro il “decreto di morte” delle piccole e medie imprese. E’ durissimo Orazio Bilardo – Presidente Provinciale di Confartigianato Imprese Trapani nei confronti del Governo Nazionale ed in particolare del Ministro Giulio Tremonti. “Sono finiti i tempi di “Quello che va bene per le piccole imprese va bene per il paese” pronunciato dal Governo Italiano all’Assemblea Nazionale di Confartigianato di qualche anno fa – dichiara Orazio Bilardo –. Ora, con la fiducia votata ieri al cosiddetto decreto sviluppo in cui vengono confermati i meccanismi per accelerare la riscossione, viene decretata per legge la morte delle micro e piccole imprese artigianali e commerciali che fino a poco tempo fa venivano chiamate spina dorsale dell’economia nazionale. Sono stufo – continua Bilardo – di sentire parlare di secessione del nord per i problemi che quelle zone d’Italia hanno e certamente la Sicilia per le potenzialità economiche che possiede con scelte oculate ed al di fuori di ogni logica politica, ha le possibilità di potersi reggere da sola, quindi stando a queste scelte poco rispettose del lavoro dei “piccoli” mi chiedo e chiedo al Presidente della Regione Sicilia se non sia il caso che sia la nostra regione a staccarsi dall’Italia”…La protesta manifestata oggi dai vertici di Confartigianato Trapani ed abbracciata dagli associati nasce dal fatto che dal primo di luglio prossimo il “presunto evasore è, o rischia di diventare, a tutti gli effetti un evasore – dichiara Francesco La Francesca Segretario Provinciale di Confartigianato Imprese Trapani – visto che lo Stato per la necessità impellente di far cassa, etichetta come tale il contribuente italiano e lo stritola nella morsa della riscossione accelerata. Infatti dal 1° luglio 2011 tutti gli avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Entrate diventeranno esecutivi decorsi i 60 giorni dalla notifica e senza il pagamento gli agenti della riscossione potranno senza alcun preavviso attivare le procedure esecutive. Con questa scelta sulla base di una semplice presunzione di colpevolezza derivante da una posizione debitoria ancora da accertare viene richiesto il pagamento al contribuente  invertendo l’onere della prova a carico dello stesso. A tal proposito – continua La Francesca - basta una analisi seria di alcuni dati numerici per capire i rischi che le nostre aziende corrono; nei casi di ricorsi in commissione tributaria il 41% dei contribuenti ottengono ragione in primo grado ed una buona parte in secondo grado raggiungendo così la ragguardevole percentuale del 70% dei casi in cui il fisco ha torto (dati 2010 del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria). Difficile non pensare che questa rivoluzione copernicana non abbia come unico obiettivo quello di far cassa a spese dei cittadini e, soprattutto delle micro e piccole aziende, a prescindere dalla reale colpevolezza del debitore. Non esiste logica, né remora da parte dell’amministrazione finanziaria nel mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, questo Governo “amico” ci dice: prima paghi e poi, nell’eventuale ricorso stabiliremo se e quanto avresti dovuto pagare. Non ci pare di scorgere in questa normativa un giusto equilibrio tra l’interesse fiscale al recupero delle somme ritenute dovute e l’interesse del cittadino alla tutela dei propri beni, non si intravede una ratio giustificatrice dell’accorciamento dei tempi procedurali se ciò incide negativamente, e con minori garanzie, sulle nostre libertà individuali, non è definibile come liberale uno Stato che entra a gamba tesa sul nostro lavoro, sui nostri patrimoni senza averne titolo o presumendo di averne.” Per questo motivo il 22 giugno 2011 per Confartigianato Trapani ha avvio la mobilitazione generale con una serie di azioni sul territorio: 1.La distribuzione alle aziende artigianali e commerciali di una cartolina destinata al Presidente della Repubblica in cui viene chiesto un intervento personale ed immediato; 2.Il coinvolgimento di tutte le imprese con Assemblee Comunali per pianificare le azioni e dire NO a questo abuso di diritto; 3.Il coinvolgimento diretto dei politici Nazionali e Regionali eletti nella nostra Provincia per un loro impegno immediato contro il “decreto di morte” delle micro e piccole imprese.

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