Chiuso il Museo Baglio Anselmi
Al Museo del Baglio Anselmi ieri si è consumata l’ennesima dimostrazione di disorganizzazione. Il fatto: ieri pomeriggio circa 130 soci della Associaz...
Al Museo del Baglio Anselmi ieri si è consumata l’ennesima dimostrazione di disorganizzazione. Il fatto: ieri pomeriggio circa 130 soci della Associazione SiciliAntica che stavano concludendo un Corso di archeologia Fenicio-Punica, e due pullman di turisti inglesi, nonostante avessero avvisato del loro arrivo, sono rimasti fuori del Museo Archeologico Baglio Anselmi di Marsala. Lo denuncia l’Associazione stessa che in un comunicato sottolinea come avesse informato “per tempo la propria presenza anche se era stata avvertita che poteva, per mancanza di personale, visitare solo metà del Museo, ovvero la sala dove era conservata la nave punica”. Ma ciononostante non è stato possibile visitare nemmeno la metà del Museo perché il portone era chiuso mentre “i tre custodi, uno dei quali si atteggiava a leader del gruppo e si vantava di rappresentare il sindacato, tira fuori una disposizione di servizio in cui si precisa che il Museo è chiuso di domenica perché l’Assessorato aveva deciso quali strutture aprire e quali no, e siccome il Baglio Anselmi non era tra queste, non era stato concesso nessuno straordinario, di conseguenza nessuna apertura”. I responsabili della Associazione SiciliAntica a questo punto hanno contattato telefonicamente la direttrice che ha dato la disponibilità a consentire l’accesso, ma si scontrava con la netta opposizione del custode “sindacalizzato” che, come denuncia SiciliAntica, si rifiutava di aprire e che se la direttrice voleva consentire l’accesso doveve andare lei stessa ad aprile il portone in quanto i custodi non avrebbero aperto poiché il“ regolamento prevede che con tre persone non si può aprire”. Un atteggiamento che SiciliAntica definisce “vergognoso” sottolineando come “ se i custodi venissero pagati proporzionalmente a quanti turisti varcano la porta di un Museo, sarebbero meno fiscali. Invece si è permesso a taluni soggetti di spadroneggiare nei nostri musei e nelle nostre aree archeologiche procurando danni all’erario anche in questo momento di particolare difficoltà economica”. Poi l’interrogativo che ormai da decenni ci si pone.”Fino a quando dovremmo sopportare l’arroganza di queste persone che sta rovinando i beni culturali e danneggiando l’immagine della Sicilia?”. La risposta? In eterno, a meno che non si comprenda come avere un lavoro è, oltre ad un diritto, anche un dovere. E che in questo momento tantissimi giovani, certamente molto più preparati culturalmente e più motivati, non starebbero lì ad appellarsi a regolamenti nati a tutela dei lavoratori, ma anche e soprattutto dell’utenza. Invocare il turismo come fonte di sviluppo economico e poi creare tutte le condizioni per annullarne gli effetti negativi è un gioco al massacro che sta distruggendo inesorabilmente la nostra terra.
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