Trapani
Cercasi chi ha scritto l’emendamento pro Morace
Trapani, processo "Mare Monstrum": la difesa dell'ex sottosegretario Simona Vicari cita i grandi dirigenti ministeriali
Rino Giacalone7 Novembre 2025 -
  • Tribunale

    Trapani – di Rino Giacalone – L’attuale capo del Dipartimento per il Personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Enrico Maria Pujia, capo Dipartimento al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Seta, componente del gabinetto del ministro Lupi (Trasporti) nel 2014, sono stati i testi sentiti oggi in Tribunale nell’ambito del processo per corruzione scaturito dall’indagine denominata “Mare Monstrum”.

    I dirigenti ministeriali sono stati citati dagli avvocati Sanseverino e Mangano, difensori dell’ex sottosegretario ed ex senatrice Simona Vicari. E’ quest’ultima imputata di corruzione. Secondo l’accusa nel 2016, durante le fasi parlamentari dell’approvazione della Finanziaria 2017, si sarebbe fatta promotrice di un emendamento a favore della Ustica Lines, l’introduzione di un’aliquota Iva, al 5 per cento, sul trasporto cosiddetto a corto raggio. Ricevendo in regalo da Ettore Morace, patron della Ustica Lines, un orologio di valore. I rapporti tra i due, si legge nelle carte dell’accusa, sono stati nel tempo parecchio stretti, tanto che in precedenza la Vicari aveva ricevuto dal Morace un altro regalo, dello stesso genere.

    Durante la sua deposizione la Vicari ha sostenuto di non essere stata lei l’artefice dell’emendamento e spiegò il contenuto del colloquio tra lei e Morace, intercettato a pochissimo tempo dall’approvazione dell’emendamento, dicendo che per vanteria politica aveva detto una bugia, e che lei semmai, nel corso dell’iter aveva proposto l’applicazione dell’Iva con aliquota al 10 per cento.

    L’ex collaboratore del ministro Lupi, Enrico Seta, ha solo delineato lo scenario nel quale maturò nel 2016 la proposta dell’applicazione dell’Iva per i trasporti a corto raggio, dicendo che nel 2014 era scattata una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, in quanto l’Iva veniva applicata solo ai trasporti a lungo raggio.

    La dottoressa Grande, all’epoca nel 2016 capo dell’Ufficio Legislativo del Mit, ministero Infrastrutture e Trasporti, ha tolto, a favore della Vicari, le castagne dal fuoco a differenza dell’attuale capo dipartimento Pujia, che con difficoltà è riuscito a ricostruire i passaggi che lo avevano anche visto protagonista di alcune comunicazioni interne ed esterne al ministero, tra il Mit e il ministero dell’Economia e Finanze, proprio a proposito dell’approvazione del provvedimento, incertezze giustificate con un presunto difetto di memoria, considerato il lasso di tempo trascorso. Pujia ha fatto cenno allo svantaggio che si creò per i trasporti passeggeri/auto, per i quali si sarebbe applicata Iva al 10 per cento. Cosa che spiegherebbe perché nelle intercettazioni dei colloqui tra Morace e la Vicari, i due fanno riferimento all’armatore Franza (titolare dell’armamento delle navi traghetto) che alla notizia, secondo loro, non sarebbe stato entusiasta.

    La dott. Grande ha comunque fornito alla difesa della Vicari gli assist utili, nel descrivere minuziosamente i passaggi, ha intestato all’ex sottosegretario l’iniziativa dell’applicazione dell’Iva al 10 per cento, rimandando semmai al Mef la proposta del 5 per cento, e questo dopo una nota del consulente Terraciano (che doveva essere sentito anche lui in udienza, ma ha giustificato l’assenza). La Grande ha messo in evidenza come l’allora sottosegretario Vicari aveva messo mano alla problematica, per via delle contestazioni pendenti con la Ue, e che sul tema c’erano state interlocuzioni con i sindacati di categoria degli armatori. Tra l’altro la stessa teste ha svelato che ha potuto ricostruire i passaggi grazie ai documenti da lei conservati, “ho chiesto gli atti al Mit, ma nessuno li ha trovati”.

    I tre testi sono stati sentiti dal Tribunale in riferimento anche alla memoria che all’ultima udienza è stata consegnata dall’ex sottosegretario, con un copioso numero di allegati.
    Durante l’udienza c’è stato un veloce scambio di battute tra difesa e pm. L’avv. Sanseverino con un inciso, interloquendo in aula, ha affermato che alla luce delle testimonianze “il nome dell’imputata è rimasto sconosciuto”, quando si è sentito dire dell’introduzione dell’Iva al 5 per cento nei trasporti a corto raggio “nessuno dei testi ha fatto il nome della Vicari”. Di rimando il pm Antonella Trainito ha risposto, “nessun dubbio sull’autore della norma”.

    Il processo continuerà a dicembre, mentre a gennaio è previsto che venga sentito anche l’allora ministro di Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio.

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