Caso di meningite in una bimba di 5 anni, è fuori pericolo
Un caso di meningite da Neisseria meningitidis (meningococco) di tipo B è stato diagnosticato ieri al Pronto Soccorso dell'ospedale "Sant'Antonio Abat...
Un caso di meningite da Neisseria meningitidis (meningococco) di tipo B è stato diagnosticato ieri al Pronto Soccorso dell'ospedale "Sant'Antonio Abate" di Trapani. Si tratta di un ceppo batterico meno aggressivo del famigerato gruppo C di cui si è tanto parlato, nei scorse settimane, sulle cronache anche nazionali a proposito di alcuni decessi. La paziente è una bambina di 5 anni che è stata trasferita per le cure del caso all'ospedale "Villa Sofia-Cervello" di Palermo. Le sue condizioni sono già in miglioramento e i sanitari hanno dichiarato che non corre pericolo di vita. La bambina frequenta la scuola dell'Infanzia al Circolo didattico "Umberto di Savoia" e, come è prassi in casi del genere, i sanitari del Dipartimento di Medicina di prevenzione dell'Asp di Trapani hanno già provveduto a somministrare, a scopo precauzionale, la terapia a base di antibiotici a tutti i compagni di classe e alle altre persone che sono state a stretto contatto con la piccola, giungendo anche a trattare quelle che erano presenti nella sala di attesa del Pronto Soccorso del nosocomio trapanese. I malati di meningite - come si legge sul sito web del Centro nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della salute dell'Istituto Superiore di Sanità - sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità , comunque, è bassa e i casi secondari sono rari. Il meningococco può, tuttavia, dare origine a focolai epidemici e, per limitare questo rischio, coloro che sono stati a stretto contatto con i malati vengono sottoposti alla somministrazione di antibiotici. La principale causa di contagio, comunque, è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia. Per contatti stretti con la persona malata si intendono le persone che dividono gli stessi spazi domestici o di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza); chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato; le persone che nei sette giorni precedenti l’esordio della malattia hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli); i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca). La sorveglianza dei contatti è importante per identificare chi dovesse presentare febbre in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione è generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni). Il caso ha creato allarme in città , complice il tam tam indiscriminato sui social dove, sconsideratamente, molte persone hanno pubblicato notizie e commenti allarmistici o, comunque, privi di fondamento. Come sempre invitiamo i cittadini ad informarsi presso fonti autorevoli per tutelare la loro salute e a non affidarsi a persone che non sanno di cosa stanno parlando.
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