Carmelo Sardo: "Da Malerba un'occasione per discutere di valori"
"Il messaggio e il valore intrinseco di Malerba non possono essere relegati alla sola lettura del libro ma devono essere diffusi, soprattutto nelle sc...
"Il messaggio e il valore intrinseco di Malerba non possono essere relegati alla sola lettura del libro ma devono essere diffusi, soprattutto nelle scuole e nelle carceri che sono proprio i luoghi più adatti per discuterne". Queste le parole con cui il giornalista e scrittore Carmelo Sardo ha definito il senso dell'ultima iniziativa, in ordine di tempo, che lo ha riportato a Trapani a parlare del libro e delle tante tematiche che sottende - scritto insieme a Giuseppe Grassonelli - con i detenuti della Casa circondariale e con gli studenti delle quinte classi dell'Istituto Alberghiero "Florio" di Erice. La parabola di vita di un uomo che, dopo essere stato arrestato e condannato per le stragi compiute nell'ambito di una sanguinosa faida di mafia alla fine degli anni Ottanta, proprio in carcere ha scoperto il senso e il valore della cultura e dello studio come mezzo di rivisitazione critica e di riscatto personale dalle colpe commesse, non può non colpire chi, come Grassonelli, si trova adesso dietro le sbarre e sperimenta, in tutta la sua atrocità , la privazione della libertà personale e degli affetti. Se il carcere, secondo la concezione moderna, deve essere sempre più un luogo dove - oltre a pagare il proprio debito con la società - si possa riflettere sugli errori commessi e prepararsi per non tornare a compierli una volta usciti, la storia di "Malerba" è assolutamente dirompente quando si considera che Grassonelli - e come lui altri 1.500 detenuti in tutta Italia - è stato condannato all'ergastolo ostativo, quello che lo ha seppellito, letteralmente, in carcere fino alla morte, quello che non gli consente di chiedere nessuno dei benefici - permessi, semilibertà - che il nostro ordinamento riconosce ai detenuti che hanno intrapreso un percorso di rieducazione utile a reinserirli nella società . E proprio sul "dopo" e sullo stigma sociale che, ancora troppo spesso, accompagna chi ha scontato una condanna, si sono concentrate le riflessioni che i detenuti della Casa circondariale di Trapani hanno espresso nel corso del confronto con Carmelo Sardo. "Chi sconta una condanna - ha detto il giornalista - torna ad essere uguale a tutti noi, torna nella legalità e ha diritto di essere pienamente reinserito nella società ". Lavoro, affetti, indipendenza sono certamente i puntelli sui quali si può concretamente costruire una vita diversa e, come collettività , siamo tutti chiamati a chiederci se "il carcere" e le altre Istituzioni preposte svolgano pienamente questo compito. Spazio alla cultura della legalità ma anche alle emozioni e alle curiosità nell'incontro con gli studenti dell'Alberghiero che hanno restituito al giornalista siciliano le loro considerazioni nate dal suo appassionato racconto e dalla lettura critica del libro fatta in precedenza con i loro docenti. "Leggete, leggete libri e studiate", queste sono state le parole con cui Carmelo Sardo ha concluso entrambi gli incontri organizzati dall'Istituto Alberghiero "Ignazio e Vincenzo Florio" nell'ambito della campagna "Libriamoci" promossa a livello nazionale dal MIUR. [metaslider id=81617]
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