Carcere Favignana: ferito un agente intervenuto per sedare una lite fra detenuti
Lo segnala il sindacato SAPPE
Interviene per sedare una lite tra detenuti e rimane contuso. E' accaduto ieri nel carcere di Favignana. L'agente della polizia penitenziaria in servizio alle carceri di Favignana era intervenuto per sedare una lite tra detenuti è rimasto contuso. A rendere nota la vicenda è stato il sindacato Sappe.Â
 «E' una vergogna! Ogni giorno - dice il sindacalista - le donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria sono destinatari di violenze gratuite», così il segretario nazionale per la Sicilia Lillo Navarra.
«Quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime segretario generale del sindacato Donato Capece di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato».
La Nnota ufficiale del sindacato...
critica ed allarmanteâ€, commenta Lillo Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “Questa mattina, nella Casa di reclusione di Favignana, due detenuti stavano litigando tra loro, uno armato di una caffettiera, e per questo sono intervenuti i poliziotti, per separarli. Nella concitazione del momento, un Agente è rimasto contuso. E' una vergogna! Ogni giorno le donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria sono destinatari di violenze gratuite: basta! Il SAPPe, nel denunciare ancora una volta le tensioni nelle carceri della Sicilia, esprime solidarietà ai colleghi feriti e augura loro una veloce guarigione e ritorno in servizioâ€.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà e vicinanza al collega contuso a Favignana e denuncia: “quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l'ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.
Il SAPPE ricorda che a metà ottobre 2020 tenne una manifestazione nazionale a Roma in Piazza del Popolo proprio per denunciare le violenze contro i poliziotti: ''Sono mesi che portiamo avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell'ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell'antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Dimenticando l'infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in divisa compiono con abnegazione ed altissima professionalità ogni giorno. Siamo scesi in piazza tutti insieme per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi e rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legaliâ€.
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