Per arrivare a Giovanni Leone Presidente della Repubblica ci vollero 23 votazioni ( due in più del 1971). In quel dicembre bisogna scegliere il successore di Saragat. A Piazza del Gesù, il segretario Arnaldo Forlani e i maggiorenti della Dc concordano tutti su un punto : dopo il laico Saragat ad ascndere al colle più alto deve essere un politico democristiano.Dopo una fase di stallo ecco spuntare il nome di Giovanni Leone: Pri e Psdi inseriscono il suo nome in una terna con Paolo Emilio Taviani e Mariano Rumor che però si defilano subito. L'assemblea dei grandi elettori Dc, a scrutinio segreto, deve scegliere tra Leone e Moro . La vittoria di misura va a Leone. Il numero esatto dei voti non si saprà mai perchè gli scrutatori bruciarono subito le schede.
Il 23 dicembre Leone manca il quorum per un solo voto, fermandosi a quota 503. Il giorno dopo , vigilia di Natale, viene eletto con 511 voti: lo votano democristiani, socialdemocratici, repubblicani, liberali e missini .Una maggioranza anomala rispetto a quella che governa il Paese. Tra i suoi primi atti lo scioglimento delle Camere, due mesi dopo la sua elezione.I suoi sette anni al Colle finirono burrascosamente: accusato dalla giornalista Camilla Cederna e dai radicali di essere coinvolto nello scandalo Lockheed (le accuse non furono mai provate) fu scaricato dalla Dc e costretto alle dimissioni il 15 giugno 1978, sei mesi prima che scadesse il suo mandato.