Tutela dell'ambiente nella costituzione: quali settori verranno influenzati

La tutela dell'ambiente è un tema quanto mai attuale.

Eros Santoni

Con azioni e provvedimenti mirati, negli ultimi anni ci si impegnato a contrastare inquinamento, radiazioni o altri residui industriali e agricoli che possano contaminare l'acqua, l'aria e il terreno. Inoltre si è cercato di difendere ogni processo naturale minacciato da industrializzazione, agricoltura, e sviluppo commerciale.

Purtroppo però, c’è ancora molta strada da fare. Inoltre, siamo in un momento particolarmente delicato della nostra storia per quanto riguarda il discorso ambiente. Gli ultimi dati sono sempre più critici ed è necessario muoversi in fretta e con decisione per salvaguardare il pianeta.

Numerosi sono i paesi europei impegnati nella causa e l’Italia non è da meno. Infatti, nei primi mesi del 2022, ha elaborato nuove riforme per la costituzione in modo da donare alla lotta all’inquinamento una dimensione nazionale.

Sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la Legge costituzionale dal nome 11 febbraio 2022, recante "Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente".

La legge comporta le seguenti modifiche per i due articoli:Nell’art. 9 la riforma prevede l’introduzione di un nuovo comma, ovvero “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Per l’art. 41, che per il momento è composto da tre commi, la riforma prevede l’introduzione di alcuni “incisi”, qui riportati di seguito.

L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali Con queste nuove regole in vigore la situazione dal punto di vista economico cambia e i diversi settori lavorativi dovranno adattarsi per rispettare le nuove norme. Vediamo insieme come le realtà lavorative italiane si stanno muovendo in merito per preservare l’ambiente.

Settore primario Per quanto concerne la produzione agricola, può procedere soltanto in specifiche condizioni ambientali senza le quali non può avere successo. Questo legame con l’ambiente si dice biunivoco. L’impatto che una coltivazione ha su uno specifico ambiente infatti può risultare sia positivo che negativo. Nel caso positivo, un territorio degradato può essere salvato dall'attività agraria. Nel caso negativo invece, l'attività può devastare un ambiente naturale Con questo rapporto biunivoco ci si accorge che se le risorse ambientali vengono sfruttate in maniera eccessiva e senza controllo si provoca la rovina dell’habitat naturale, e di conseguenza l’attività agricola viene interrotta. In Italia, soprattutto nelle regioni del nord, ci si sta orientando sempre più verso l’agricoltura sostenibile, ovvero delle attività in grado terminare ogni ciclo di produzione mantenendo invariato l'ambiente naturale. L’ agricoltura biologica, per esempio, è una di queste attività, in quanto lavora attraverso tecniche di produzione senza l’utilizzo di prodotti nocivi per l'ambiente. Si tratta di un approccio differente da quello a cui eravamo abituati nel passato, e con tempistiche e risultati diversi a cui bisognerà abituarsi.

Settore secondario Per il secondo settore il discorso è ancora più complicato. Un numero ancora troppo elevato di industrie, per mantenere la produzione attiva, non considerano o non comprendono ancora il possibile danno ambientale. A causa degli scarichi di sostanze tossiche e non biodegradabili nell’aria, nell’acqua e nel terreno provenienti da diverse lavorazioni, l'inquinamento industriale può provocare danni irreversibili. Per fortuna le emissioni nocive sono diminuite negli ultimi anni in Europa grazie allo sviluppo, da parte dell’industria europea, di nuove politiche ambientali. I motivi principali per cui è stato ottenuto questo risultato sono: incremento dell’efficienza energetica (grazie ad una normativa ambientale più rigida), un passaggio a processi produttivi meno inquinanti e sistemi alternativi di diminuzione dell’impatto ambientale.

La strategia UE per la politica industriale prevede una massima espansione con basse emissioni di carbonio basata su flussi circolari di materiali. L’obiettivo è creare un settore industriale attingendo sempre meno dalle risorse naturali, riducendo le emissioni inquinanti nel territorio, nell’aria e nell’acqua e producendo minori quantità di rifiuti.

Settore terziarioIl settore aziendale non va sottovalutato per quanto riguarda l’inquinamento. La combustione di gas, petrolio e carbone è la principale responsabile del danno atmosferico e rilascio di sostanze nocive. A contribuire al danno ambientale vi sono i gas emessi dal settore terziario soprattutto dalle auto.

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