Continuano a Sfax le tensioni fra tunisini e migranti subsahariani nella città sulla costa, fra centinaia di arresti ed espulsioni in Libia. Una crisi che rischia di esplodere sempre più ed intanto a Lampedusa nelle ultime 24 ore sono arrivati oltre 1220 migranti.
Una sorte orribile attende i migranti subsahariani cacciati da Sfax, buttati nel deserto. A Sfax gli episodi di intolleranza xenofoba non sono una novità ma mai avevano raggiunto i livelli di questi giorni. La notte la città si trasforma in una caccia alla pelle nera. Intere famiglie sono state buttate fuori dalle proprie case, bastonate, insultate e deportate nel deserto al confine con la Libia.
Tra le notizie terribili di questi giorni: una donna incinta deceduta, mentre già si sapeva che avesse un’emorragia e poi i continui abbandoni nel deserto senza cibo né acqua, nel Sahara a luglio. Neonati buttati a terra in mezzo a uomini feriti. Nessun aiuto umanitario. Le organizzazioni internazionali guardano da Lac, il quartiere di Tunisi in mano agli Emirati dove hanno sede le rappresentanze internazionali. Nella striscia di sabbia tra Tunisia e Libia nessuno ha accesso: è zona militare.
Mentre ci arrivano le immagini dolorose di donne nere che svuotano le loro case nel timore di essere aggredite nella notte e deportate nel deserto, Johansson visitando Lampedusa ha elogiato la cooperazione con la Tunisia. Nessun commento su quanto sta accadendo: la verità sulla Tunisia ridurrebbe il disegno europeo a carta straccia.
Intanto #Seabird ha avvistato un'imbarcazione con circa 250 persone dopo una chiamata di emergenza di @alarm_phone@EUNAVFOR_MED probabilmente presente con un mezzo aereo. Malta ha ordinato alla nave mercantile SAN FELIX di lasciare la scena. Sono senza carburante e sono alla deriva.