Cronaca

Trentanove anni fa l'omicidio Dalla Chiesa

Palermo ricorda l'attentato mafioso

Francesco Graziano

Trentanove anni fa, era esattamente il 3 settembre del 1982, veniva assassinato a Palermo il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.Nel vile attentato mafioso morirono anche la moglie Emanuela Setti Carraro, appena trentaduenne, e l’agente che guidava la macchina di servizio della Prefettura, Domenico Russo anche lui di trentadue anni.L’agguato mortale avvenne alle 21.10 nella centralissima via Isidoro Carini “ a due passi da Viale della Libertà e da Piazza Politeama” come scrisse Giuseppe Cerasa su La Repubblica.

Gli assassini affiancarono l’auto del Prefetto esplodendo una “raffica mortale con il micidiale mitra Kalashnikov”.

Giorgio Bocca, raccontando dell’ultimo colloquio avuto con il Generale Dalla Chiesa il mese precedente , restituì agli italiani l’immagine di un Prefetto consapevole di essere nel mirino di Cosa Nostra.“ Sì, possono colpirmi ma vede noi l’abbiamo messo sul conto, io e lei. E guardava la moglie, crocerossina bionda con gli occhi azzurri che sorrideva devota. Sì, anche lei l’aveva messo nel conto”.

Dalla Chiesa di se stesso prediligeva l’immagine del carabiniere che fa il suo dovere senza “soggezioni”.

Il generale pose i suoi uomini a guardia dei perimetri esterni dei penitenziari, ristrutturando i più importanti istituti di pena e facendo cessare così del tutto le evasioni ma da quel momento Dalla chiesa divenne per tutti l’ideatore delle “carceri speciali”.

Celebri furono anche le sue lotte contro i terroristi ( nel’78 ricevette dal governo l’incarico di coordinaretutta l’azione antiterroristica con la creazione di un Nucleo speciale anti-Br), grazie ad un infiltrato – Silvano Girotto- era riuscito a catturare Renato Curcio ( capo delle Br) e il suo luogotenente Franceschini. Molti altri terroristi- come Nadia Mantovani e Corrado Alunni- finiranno in galera.

Dalla Chiesa conosceva bene la Sicilia dato che nell’isola era stato come giovane ufficiale subalterno immediatamente dopo la guerra e ritornandovi altre volte nel corso degli anni sempre con incarichi di prestigio.

Morì a sessantadue anni. “ Con lui verranno sepolte anche le polemiche che avevano sempre accompagnato la carriera e la vita di questo carabiniere per tradizione, scelta e vocazione. Aveva studiato avendo come maestro Aldo Moro: la mafia ha stroncato l’uno, le Br hanno ucciso l’altro”.

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