Riunione, oggi alle ore 12, nell'aula intitolata a Giovanni Falcone del Palazzo di Giustizia di Trapani, indetta dalla Camera penale diTrapani - che aderisce all'astensione dalle udienze proclamata dall'Unione delle Camere Penali Italiane dal 20 al 23 novembre - aperta ad avvocati, magistrati, cittadini e organi di informazioneper discutere dellariforma della giustizia penale e della manifestazione convocata a Roma il prossimo 23 novembredall'Unione delle Camere Penali Italiane contro le politiche sulla giustizia dell'attuale governo.
"Gli avvocati Stefano Giordano, Domenico Amoroso, Stefania Alcamo e Laura Marchingiglio rappresenteranno la Camera Penale "G. Rubino" di Trapani a Roma, alla manifestazione.. Una delegazione qualificata per opporre un rifiuto motivato e ragionato alla deriva autoritaria che sta sommergendo la Patria del Diritto e alla quale resisteremo con la forza intellettuale che connota l'Avvocatura." - così il presidente Alagna condensa la piena adesione della Camera Penale di Trapani alle attività dei Penalisti italiani nel contrasto acceso sulle riforme in discussione.
"Pesanti nubi si addensano intorno al sistema penale del nostro Paese - si legge nella delibera dell'Unione Camere Penali - . Com’era prevedibile la connotazione populista dell’attuale maggioranza di Governo sta determinando l’adozione da parte delle forze politiche che la compongono di sciagurate iniziative destinate ad incidere sui meccanismi della giustizia penale.La maggioranza parlamentare si sta attrezzando per una accelerazione che conduca in tempi rapidissimi alla approvazione del Disegno di Legge in materia di “Misure di contrasto dei reati contro la P.A.” attualmente all’esame delle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera dei Deputati. È in relazione a tale disegno di legge che, come noto, è stato presentato l’emendamento governativo per l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado".In questi giorni i penalisti italiani - e anche quelli del Foro di Trapani - si astengono in segno di protesta dall'attività giudiziaria. Secondo l’Unione delle Camere Penali "la prescrizione nel nostro ordinamento è chiamata, tra l’altro, a svolgere la funzione di presidio del principio costituzionale della ragionevole durata del processo. Soppresso tale equilibratore il tempo dell’accertamento diviene infinito, definitivamente trasformandosi il processo stesso in pena, con evidenti ricadute sulla stabilità dei rapporti giuridici".