Cronaca

Quattro imprenditori indagati per bancarotta fraudolenta

L'attività è stata effettuata dalla guardia di finanza

Redazione

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura interdittiva e di sequestro preventivo emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese,Alessandra Marino, su richiesta della Procura della Repubblica termitana, nei confronti di 4 soggetti, indagati, a vario titolo, per i reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, autoriciclaggio e riciclaggio.

Avrebbero spogliato dei beni una società, lasciando che affogasse nei debiti, per poi crearne una nuova. Il Gip ha deciso il divieto di esercitare impresa per un anno nei confronti di quattro imprenditori e il sequestro di una srls e di somme per 400 mila euro. Gli indagati, tutti di Santa Flavia, in provincia di Palermo, sono Giuseppe Cataldo, 62 anni, amministratore di fatto e di diritto della Green Energy Sistems srl e della Green Hi Tech srls (indagato per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, e auto riciclaggio); Maria Giuseppina Tornatore, 60 anni, amministratrice della Green Hi Tech da ottobre 2019 a ottobre 2021 (riciclaggio); Manuela Cardile, 57 anni, amministratrice da giugno 2015 a luglio 2017 (bancarotta fraudolenta patrimoniale); Marco Cataldo, 29 anni, amministratore da luglio 2017 a maggio 2019 (bancarotta fraudolenta patrimoniale)

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo (Gruppo Tutela Mercato Capitali) sono iniziate dopo il fallimento della Green Energy Sistems che si occupava di impianti elettrici. Poi si sono allargate anche alla Green Hi Tech con sede legale a Bagheria e finita sotto sequestro che si occupa di istallazione di impianti idraulici e di condizionamento.

Per l'accusa, gli indagati avrebbero distratto il patrimonio per evitare che venisse aggredito dai creditori e dall’erario. L’assenza di contabilità era finalizzata a coprire i flussi finanziari e i prelievi in contanti sarebbero serviti per spogliare la vecchia società del patrimonio e trasferirlo nella nuova. Utilizzando questo sistema sarebbe stato accumulato un passivo fallimentare quantificato in 230.000 euro.

Ora a gestire la società sarà un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Termini Imerese.

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