Il Tribunale di Trapani presieduto dal giudice Enzo Agate, a latere i giudici Bandiera e Restivo, ha condannato a trent'anni il capo della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, Francesco Domingo. La condanna arriva nell'ambito del processo “Cutrara” scaturito dall'operazione antimafia condotta dai carabinieri del Reparto Operativo del comando provinciale. Una condanna più pesante di quella chiesta dal Pm Francesca Dessì.
I giudici hanno condannato Francesco Domingo, a 30 anni di carcere, tre anni sono stati inflitti a Antonio Rosario Di Stefano, un anno e dieci mesi sono stati inflitti a Salvatore Labita. Assolti perchè il fatto non sussiste, i fratelli Di Bartolo, Nicola e Lilla, imputati di essersi fittiziamente intestata la proprietà di una casa di riposo per anziani, per coprire Domingo. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio.
Le motivazioni della condanna verranno depositate dai giudici fra 90. è stato condannato dal Tribunale di Trapani nell'ambito del processo “Cutrara” scaturito dall'operazione antimafia condotta dai carabinieri del Reparto Operativo del comando provinciale. Francesco Domingo è stato anche interdetto dai pubblici uffici e su di lui pesa la libertà vigilata per tre anni.
Il Tribunale ha anche condannato Domingo, Di Stefano e Labita al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili: Associazione antiracket ed antiusura Trapani, Codici Sicilia, Associazione Castello Libero ETS, Associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponnetto, per tre mila euro ed infine Comune di Castellammare del Golfo, mille euro.