Cronaca

Percepivano il reddito di cittadinanza tre degli indagati per le rapine nelle abitazioni [VIDEO]

Sequestrate dai carabinieri microspie, radiotrasmittenti e Gps

Laura Spanò

Tre degli indagati nell'operazione portata a termine ieri dai carabinieri che ha sgominato una banda organizzata in rapine in abitazioni e furti di Atm di poste e banche, percepivano il reddito di cittadinanza. Per tale motivo sono stati segnalati alle competenti autorità. Gli accertamenti sono stati effettuati dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Trapani.

Tra le pieghe dell'indagine dunque anche questo particolare e non solo.

I Carabinieri di Trapani, nel corso dell’operazione che ieri ha portato alla disarticolazione di una pericolosa banda criminale specializzata in rapine in abitazione con sequestro di persona, hanno eseguito anche dei decreti di perquisizione nei confronti degli 8 indagati, con il supporto dello Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori di Sicilia.

Nel corso di questa specifica attività sono stati sequestrati 20 telefoni cellulari e 30 schede telefoniche, che verranno analizzati per la ricerca di ulteriori elementi probatori a carico dell’organizzazione criminale. Inoltre sono stati rinvenuti: un sofisticato scanner per la captazione di frequenze (spesso utilizzato dai malviventi per verificare la presenza di eventuali microspie), e 4 ricetrasmittenti.

L'ipotesi è che gli indagati utilizzassero “walkie-talkie” per comunicare tra loro anche ad oltre 20 metri di distanza, per scongiurare il rischio di essere intercettati.

Un gruppo altamente specializzato e avvezzo alla tecnologia, le indagini dei Carabinieri hanno infatti appurato che l’organizzazione criminale, per monitorare gli spostamenti delle vittime designate -anche da remoto- si avvaleva di sistemi GPS satellitari (rinvenuti sotto le autovetture delle vittime) e di microspie, in modo da intercettare i dialoghi delle persone da rapinare. Tutto questo era predisposto per conoscere quanti più particolari possibili su abitudini e spostamenti delle vittime, e sapere se c'erano sistemi di video sorveglianza, cani da guardia o sistemi di allarme, e scegliere il momento più opportuno per irrompere nelle abitazioni.

Dopo la diffusione della notizia degli arresti, i Carabinieri di Trapani sono stati contattati da alcune vittime delle violente rapine che, commossi, hanno ringraziato gli investigatori dell’Arma per il risultato operativo conseguito. "Un modo - scrivono gli investigatori - restituire tranquillità a quelle persone che, da quelle notti, convivevano con il terribile ricordo delle violente rapine subite". Nel corso dell’indagine, i Carabinieri erano riusciti anche a sventare ulteriori colpi, ad esempio vigilando l’abitazione di una famiglia che era stata già individuata come prossimo obiettivo della banda. "Un gruppo che agiva con particolare efferatezza, che prediligeva vittime ultrasessantenni per poterle più facilmente imbavagliare, legare e finanche narcotizzare con pericolose sostanze".

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