Pd, il partito si è... rotto?

Una querelle che sembra destinata a non esaurirsi facilmente quella scoppiata nel Pd trapanese dopo la presentazione di un documento sottoscritto da ventotto esponenti del partito e inviato al segretario nazionale Guglielmo Epifani a quello regionale, Giuseppe Lupo, ed al responsabile dell'organizzazione del partito,Nicola Stumpo. "Gli ultimi e pessimi risultati elettorali di un Pd ridotto ai minimi storici in provincia di Trapani - si legge nella nota - sono diretta conseguenza della insussistenza della segreteria provinciale e di una classe dirigente debole, ostaggio delle strategie dei soliti potenti; un Pd incapace di parlare alla gente, chiuso in un’ostinata strategia fatta di equilibri interni e di incursioni clientelari, lontana anni luce dalla marea montante dell’indignazione popolare e della crisi economica che erodeva credibilità e consenso nei confronti del Partito". Come dire: Dario Safina vada a casa. "Lo stato comatoso del PD in provincia di Trapani - prosegue il documento inviato ai vertici del partito - impone un’urgente e coraggiosa azione di rinnovamento profondo e totale, a partire dal rispetto delle regole Statutarie per troppo tempo disattese e disprezzate. Bisogna che gli organismi vengano ricomposti seguendo, rigorosamente, il dettato statutario e che vengano dimenticate le prassi create ad hoc per giustificare la perpetuazione di una classe dirigente superata dai risultati e delegittimata dai loro stessi inappropriati comportamenti". I firmatari si riferiscono anche alla “fantomatica” reggenza di cui - scrivono - "non chiediamo lo scioglimento immediato in quanto non ne riconosciamo l’esistenza. Chiediamo la ricomposizione di tutte le segreterie, chiediamo le dimissioni immediate del presidente dell’Assemblea Provinciale". Dimissioni "i ventotto" ritengono sarebbero dovute arrivare già "al momento della candidatura alle primarie per i parlamentari, essendo il ruolo di presidente quello di garante e super partes e, pertanto, incompatibile con la competizione affrontata" e che, adesso, "sono rese indispensabili dal mancato rispetto dello Statuto". Il tesseramento è bloccato dal 2010 - si legge nel documento. "Riteniamo, questo, un fatto di eccezionale gravità che lede il diritto di chiunque voglia iscriversi e partecipare attivamente alla vita del Partito Democratico, che allontana simpatizzanti ed elettori, che impedisce il finanziamento, attraverso la quota di adesione, del partito stesso e quindi la possibilità di intraprendere iniziative di natura politica e di prioritario interesse per i territori. Chiediamo che venga nominato un nuovo responsabile del tesseramento, individuato tra soggetti terzi e che non sia espressione della classe dirigente che ha guidato e rappresentato il Pd trapanese in questi anni, che garantisca un tesseramento aperto e trasparente, vigilando sulla regolarità del medesimo". I ventotto firmatari hanno fissato un un termine di quindici giorni, dalla data di notifica del documento, per ricevere una risposta adeguata e si sono riservati, se non dovessero giungere le risposte che si attendono, "di affrontare le questioni esposte autoconvocando un’assemblea provinciale aperta a militanti e simpatizzanti, oltre che a chiedere audizione alla Commissione nazionale di garanzia e ai massimi vertici del Partito Democratico". Il documento è stato firmato da Annamaria Angileri, Maria Concetta Serse, Saverio Piccione, Vincenzo Grassellino, Danilo Orlando, Sabrina Rocca, Antonio Gandolfo, Giovanni Portuesi, Lillo Fede, Stefano Farina, Andrea Genna, Maria Lo Pinto, Giorgio Mazzini, Marcello Linares, Ignazio Filippi, Fabrizio Coppola, Matteo Catalano, Vincenzo Pantaleo, Caterina Centonze, Claudio Giacalone, Calogero Ferreri, Peppe Cammareri, Carmen Greco, Marlene Rosolia, Valentina Cariglia, Giovanna Sparla, Michele Beltrallo, Patrizia Ernandez.