PALERMO. Confermata la sentenza di primo grado nei confronti del boss castellammarese Mariano Saracino e altre tre persone arrestate nel corso de ll’operazione antimafia denominata “Cemento del Golfo”.
La Corte di Appello di Palermo, Seconda Sezione Penale (così come riporta il sito Alqamah) ha dichiarato inammissibile l’appello proposto contro la sentenza di primo grado emessa lo scorso 15 gennaio dal Tribunale di Trapani ed ha confermato le condanne per Mariano Saracino, Vito Badalucco, Martino Badalucco e Vincenzo Artale, condannandoli al pagamento delle spese processuali.
Tutti sono stati condannati a risarcire le parti civili: Comune di Castellammare del Golfo, Libero Futuro – Associazione Antiracket Libero Grassi Onlus, Associazione Castello Libero onlus, Centro Studi ed iniziative Culturali Pio La Torre onlus e Sicindustria Trapani, che dovranno essere risarcite della somma di 1300 euro, oltre al rimborso delle spese processuali in favore dell’Associazione Antiracket e Antiusura Alcamese.
Condannati in solido anche al pagamento delle spese processuali delle parti civili Parisi Vito srl per la somma di 1300 euro. Fissato in 90 giorno il deposito della motivazioni.
Gli imputati, in primo grado, sono stati tutti condannati per estorsione aggravata dall’articolo 7 D.L. n°152/91, ovvero per aver agevolato l’attività dell’associazione denominata Cosa nostra: la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo.
La sentenza di primo grado, confermata in Appello, ha inflitto 10 anni e 2 mesi di reclusione e 4000€ di multa per il boss castellammarese Mariano Saracino, già in passato condannato per mafia, a cui è stata esclusa l’appartenenza alla mafia per gli anni oggetto dell’indagine. 8 anni e 6 mesi di reclusione e 3000€ di multa per Martino Badalucco, 8 anni di reclusione e 2800€ di multa per Vito Badalucco, 3 anni di reclusione e 1050€ di multa per l’imprenditore alcamese Vincenzo Artale.