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Omicidio padre Di Stefano: Incandela condannato a trent'anni di carcere

Trent'anni di carcere per l'omicida di padre Michele Di Stefano. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Trapani, Massimo ...

Redazione

Trent'anni di carcere per l'omicida di padre Michele Di Stefano. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Trapani, Massimo Corleo, che ha condannato alla reclusione, per omicidio a scopo di rapina, Antonio Incandela, disoccupato, 32 anni, arrestato dai Carabinieri al termine di una brillante attività di indagine. L'anziano sacerdote era stato ucciso a colpi di bastone il 26 febbraio scorso mentre dormiva nella stanza da letto della canonica della chiesa "Gesù Maria e Giuseppe" di Borgo Livio Bassi ad Ummari. Il pubblico ministero Massimo Palmeri aveva chiesto che l'imputato fosse condannato all'ergastolo. Incandela aveva motivato il suo gesto con il "fastidio" che gli avevano procurato alcune omelie del sacerdote in cui si sarebbe fatto riferimento a suoi comportamenti. Nelle ultime settimane prima del processo, però, l'uomo aveva cambiato versione dichiarando di aver subito "molestie" da parte del prete. Il gup, nel quantificare la pena in trent'anni, ha escluso la premeditazione. Incandela è stato condannato anche a risarcire i familiari del sacerdote, originario di Calatafimi, che si erano costituiti parte civile. L'avvocato difensore di Incandela ha annunciato il ricorso in appello.

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